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Bassano

Si è spento Raoul Bortolon il musicista della vita

Minato dal male, è morto a 59 anni a Casa Gerosa. Artista poliedrico, ha anche scritto libri. Lunedì l’addio a San Giuseppe

Le sue canzoni, i suoi libri, i suoi concerti rimarranno nel cuore di tutti coloro che l’avevano conosciuto. Raoul Bortolon non ce l’ha fatta. Minato da un male che l’aveva aggredito poco più di quattro anni fa, si è spento l’altra sera alle 20 in una stanza di Casa Gerosa. Avrebbe compiuto 60 anni a settembre. Abitava in via Calibri a San Giuseppe di Cassola.

Lunedì alle 10 il funerale nella chiesa di San Giuseppe

Raoul Bortolon Lascia nel dolore la mamma Bertilla “Mimma”, il papà Angelo, che ha lavorato come ufficiale giudiziario al tribunale di Bassano, la sorella più giovane Barbara, gli adorati figli Stefano, 26 anni e Anna Sofia 23, la nipote Giada, ventiduenne. La cerimonia funebre si terrà lunedì alle 10 in chiesa di San Giuseppe. La salma sarà cremata.
La notizia del decesso ha avuto eco immediata, non solo nel Bassanese. Personaggio eclettico, Raoul aveva fatto della musica e della scrittura gli interessi primari pubblicando due cd, “Non sparare sul pianista” e “Anime che si cercano” e la canzone “War”, un inno contro la guerra che ha riscosso tanta attenzione. 
Due pure i libri gialli editi, “I fischi di Waspow” e “I torturatore di Othis”. Era stato anche maestro di scacchi. Carabiniere per diversi anni, aveva poi lavorato nel locale di famiglia, il Blues bar di Solagna, come esperto informatico e alla Vimar.

Ha vinto il premio Belle Arti

Nel dicembre dello scorso anno gli era stato assegnato il premio “Belle Arti” da una giuria di nomi di prestigio dello spettacolo e della cultura. Tutti gli volevano bene e quando aveva chiesto una collaborazione per un sostegno si è mosso il mondo, con iniziative varie e concerti.
Raoul era nato a Pesaro, città dove il papà Angelo, anche giocatore di calcio a livelli di serie B, lavorava in Tribunale. La famiglia era originaria di Castelfranco. Poi il trasferimento a Bassano, nel 1969.
Raoul nel dicembre 2019 aveva subito a Padova un intervento di 12 ore. Poi la lenta, difficile, ripresa sempre sostenuta da un coraggio e da una dedizione non comuni, fino al ritorno alla guida della “Raoulive band”, anche lo scorso 30 settembre a San Fortunato per la Festa votiva della Madonna del Rosario. Il giorno dopo, la ricaduta.
«Con profonda tristezza – ricorda il critico d’arte Salvo Nugnes - accolgo la notizia della scomparsa del caro amico Raoul. Poeta della vita, incarnava l’essenza stessa dell’amicizia e dell’amore. La sua presenza era motivo di gioia e creatività. Era contagioso, con la passione per le arti e per tutto il bello. Abbracciava la vita con fervore. Ha dimostrato come chiunque può, perseguendo le proprie passioni, realizzare grandi cose».

 

Lucio Zonta

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