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Altopiano

Lupi, il ministro Lollobrigida alza il tiro: «Sono troppi, vanno contenuti»

L'intervento a Gallio: «Gestione necessaria prima che succeda l’irreparabile». Amministratori locali soddisfatti

Con l’avvicinarsi della stagione degli alpeggi e la ripresa dell’agricoltura in montagna si torna a parlare anche dei nodi legati alla fauna selvatica, comprese le problematiche inerenti i grandi predatori e l’emergenza cinghiali. Una discussione tornata di grande attualità dopo la tragica morte di Andrea Papi, atleta trentino ferito mortalmente da un orso nei boschi di Caldes.
Sulla questione dei grossi predatori è intervenuto anche il ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida durante la partecipazione a Gallio della scuola di politica del sen. Antonio De Poli.

Il ministro dell'Agricoltura

«Siamo a una sovrappopolazione del lupo – indica il ministro -. L’Italia conta oltre 3300 esemplari, numero che supera il grado di equilibrio dell’ecosistema e quindi bisogna ragionare con serenità e senza preclusioni ideologiche sul piano di gestione e contenimento, prima che succeda l'irreparabile e che si vada a compromettere un lavoro minuzioso di indagine e di raffronto. Ci stiamo lavorando anche confrontandoci con i paesi europei che stanno riscontrando le stesse problematiche, in modo da analizzare cosa fanno loro, i risultati che hanno avuto e quale possa essere il miglior modo di procedere insieme – continua Lollobrigida -. Purtroppo per ora la questione riguarda una piccola parte della popolazione e quindi fatica a trovare la giusta risonanza ma stiamo agendo con equilibrio basandoci sui dati scientifici, che sono chiarissimi e che indicano che dalla gestione si debba passare al contenimento, con buona pace degli “ambientalisti a pagamento”».

LUPI, GLI AVVISTAMENTI E I VIDEO

Amministratori locali soddisfatti

Una posizione che ha trovato la soddisfazione degli amministratori locali presenti all’incontro e che il sindaco di Gallio, Emanuele Munari, ben esprime: «Finalmente la questione ha fatto breccia nella politica nazionale. Da tempo noi tutti sostenevamo che il lupo avesse superato la fase di protezione assoluta, richiedendo un cambio di visione, pensando a un controllo della presenza nei territori montani antropizzati».
Le preoccupazioni degli amministratori locali sono date dall’aumento degli animali e dei turisti nelle zone di montagna con l’arrivo della bella stagione. In particolare nei pressi delle malghe, che il territorio sta energicamente promozionando quale attrattiva turistica.

Il consigliere regionale Valdegamberi

Anche a Venezia la questione del lupo è riemersa con il consigliere Stefano Valdegamberi che chiede: «Dobbiamo aspettare il morto per mettere un freno alla crescita fuori controllo dei grandi carnivori? La loro presenza in territori fortemente antropizzati come i nostri può costituire un pericolo e anche se le predazioni su animali allevati sono un fatto che ormai non fa più notizia, giungono immagini di possenti lupi mentre gironzolano nei paesi di notte, accrescendo la paura della gente ad addentrarsi nei boschi. E la colpa di tutto ciò è di chi vive l’ambiente da lontano, con una visione fiabesca».

L'appello di Coldiretti Vicenza

Dalla Coldiretti Vicenza giunge infine l’appello a istituire un piano nazionale per orsi, lupi e cinghiali; in particolare per questi ultimi si stima che ce ne siano 2,3 milioni nelle città e nelle campagne. «Non è più rinviabile un piano nazionale – afferma l’associazione di categoria -. La situazione è fuori controllo ed è necessario un provvedimento per proteggere i cittadini, oltre che salvare migliaia di pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e asinelli uccisi lungo tutta la Penisola».

Gerardo Rigoni

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