<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
IL GIALLO

Sonnifero killer al giovane compagno. Finto medico nei guai

Il bassanese Lucio Bertolino è a processo per la morte di un 25enne. Il pm: «9 anni e mezzo». La difesa: «Era costretto»
Il dibattimento è alle battute finali in tribunale a Verona
Il dibattimento è alle battute finali in tribunale a Verona
Il dibattimento è alle battute finali in tribunale a Verona
Il dibattimento è alle battute finali in tribunale a Verona

Non si è accontentato di fingersi un dentista e mettere le mani nella bocca dei pazienti, lui che in tasca aveva solo il diploma di odontotecnico, a Rosà e prima ancora a San Zeno di Cassola, ambulatori entrambi chiusi dai carabinieri del Nas di Padova. Lucio Roberto Bertolino, 71 anni, che ha abitato a Crespano e a Bassano, è ancora nei guai con la giustizia, sempre per l’esercizio abusivo della professione medica e addirittura anche per morte come conseguenza di altro reato.

Le false ricette

Avrebbe, secondo l’accusa, prescritto uno psicofarmaco con delle false ricette al suo compagno, Diego Paiva, di 25 anni, prodotto che gli sarebbe stato fatale. Una tragedia avvenuta a Verona il 2 febbraio del 2021 e per la quale il 71enne è a processo: il pubblico ministero nella sua requisitoria ha chiesto la condanna a nove anni e sei mesi di reclusione. La difesa, sostenuta dall’avvocato Alessandro Avanzi, del foro di Verona, ha chiesto invece l’assoluzione: la tesi sostenuta in aula è che Bertolino fosse soggiogato da quel suo compagno così giovane, che non lesinava pure in atteggiamenti coercitivi.

La vicenda è tanto grave quanto delicata

Il decesso della vittima inizialmente era sembrato un malore improvviso, ma dopo gli accertamenti medico-legali, disposti anche in ragione della giovane età, è invece risultato essere stato provocato da un’intossicazione acuta da Zolpidem, un composto ipnotico non benzodiazepinico appartenente alla famiglia delle imidazopiridine, indicato nel trattamento a breve termine dell'insonnia. Un sonnifero, in sostanza. Che, stando al capo d’imputazione, gli sarebbe stato prescritto e procurato appunto da Bertolino. Inevitabile, quindi, l’indagine penale, sfociata nel processo a carico del bassanese.

La vittima

La vittima, un ragazzo paraguayano giunto in Italia in cerca di fortuna con i soldi risparmiati dalla nonna, in base alla ricostruzione degli inquirenti poco più di tre anni fa, trovandosi in un momento di sconforto poiché temeva di essere stato tradito da Bertolino, ha abusato del sonnifero, assumendone una dose che lo ha ucciso.
Il dibattimento a carico di Lucio Roberto Bertolino, ormai alle battute finali in tribunale a Verona, ha visto deporre in aula diversi testimoni, che hanno aiutato a ricostruire nel dettaglio la vicenda, e pure una famigliare di Diego Paiva, che si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di centomila euro.

L'esercizio abusivo della professione

A pesare sull’imputato, in caso di condanna, sono proprio le recidive specifiche legate all’esercizio abusivo della professione medica a Rosà nel 2017, reato per il quale ha patteggiato 4 mesi di reclusione, sostituiti con altrettanti mesi di libertà controllata, e nel 2011 a Cassola, per il quale ha patteggiato una condanna a 1.200 euro di multa. Non bastasse, nel 2022 Bertolino è stato nuovamente pizzicato dai carabinieri del Nas di Padova sempre a fare il dentista abusivo in un nuovo studio aperto con un socio a San Zeno di Cassola.

 

Davide Moro

Suggerimenti