«La Liberazione è anche rinuncia a ogni vendetta»

La lettura dell’orazione nella sala consiliare del MunicipioGli onori ai caduti per la Liberazione in viale dei Martiri davanti a una folla di cittadini, autorità e associazioni FOTOSERVIZIO CECCON

ffidata a una studentessa della scuola Bellavitis: la quattordicenne Elisa Alberti. Una giovanissima in rappresentanza delle centinaia di persone presenti al corteo ieri. Tra loro, i tre candidati sindaco in lizza alle amministrative di fine maggio: il pentastellato Bruno Trevisan, Elena Pavan per il centrodestra e Angelo Vernillo per il centrosinistra. Oltre a decine di candidati consiglieri a coprire tutto l’arco costituzionale: con le elezioni alle porte, sarebbe stato imperdonabile mancare. «Al momento della liberazione del campo – ha detto don Guglielmi – Liliana Segre, destinata alla morte perché ebrea, vide uno dei suoi carnefici abbandonare divisa e pistola. Ha dichiarato che solo in quell’attimo, rinunciando alla vendetta, si sentì realmente libera. Questo è cristianesimo: sospendere la violenza, il rancore, l’odio e aprire prospettive di pace». Poco più tardi, in una sala consiliare gremita, il sindaco: «Quando, come negli anni della guerra vanno prese decisioni concitatamente, a fare la differenza è il percorso che si è fatto prima. A fare la differenza fu il fatto che i fondamentali della civiltà e della convivenza, della pace, della democrazia e dei diritti, in alcune persone erano stati assimilati e in altre solo “appiccicati” esternamente oppure annebbiati da vent’anni di fascismo». Per questo Poletto ha voluto raccontare anche le storie di tre giovani legati a Bassano che scelsero la Resistenza e, a loro modo, seppero esercitare il perdono. «La domanda che dobbiamo porci – ha aggiunto - non è “chi glielo ha fatto fare?”, ma “perché lo hanno fatto?”. La risposta è “per tutti noi” che oggi possiamo parlare del fascismo e del nazismo come di cose passate, che possiamo studiare, lavorare, fare figli e crescerli in un paese libero». Se il nazifascismo è stato sconfitto, tuttavia «violenza, barbarie, razzismo, disprezzo per la vita e la libertà e per i diritti umani esistono. Non saranno mai scacciati definitivamente e potrebbero riaffacciarsi anche nelle nostre singole storie». Il pensiero, nello specifico, è andato al venticinquennale dei genocidio nel Rwanda e alla guerra nell’ex Jugoslavia. Eventi drammatici di fronte ai quali l’imperativo è prevenire le degenerazioni, difendere libertà e democrazia, «ricordando il monito di Primo Levi nelle pagine introduttive di “Se questo è un uomo”». «Un anno fa – ha chiuso il sindaco - ero alle Fosse Ardeatine a Roma e ho sfogliato il libro dalle pagine in bronzo con le motivazioni delle medaglie d’oro delle città italiane. Non sono molte e c’è Bassano: dobbiamo esserne orgogliosi. Per questo abbiamo introdotto nel cerimoniale la lettura del testo della motivazione e abbiamo istituito un concorso per le scuole ». • (...)

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