La sua carrozzina come l'armatura di Ironman, lei come una supereroina che nella sua breve ma coraggiosa vita ha saputo dimostrare come non esistano barriere che non si possano abbattere e come attraverso la determinazione e l'amore ogni giorno valga sempre la pena di essere vissuto. Il seme di questo insegnamento, Beatrice Berti, affetta dalla nascita da una rara patologia genetica, paladina dei diritti per i disabili, mancata a soli 14 anni, l'ha lasciato nel cuore di tutti i bassanesi. Ai funerali, celebrati ieri mattina ai Giardini Parolini, con il parroco di San Vito Enrico Bertolaso e l'abate Andrea Guglielmi, i volti dei circa 300 presenti erano solcati dalla commozione.
I compagni di classe l'hanno ricordata come una stella dai capelli sempre spettinati e dai mille colori «che adesso ha reso ancor più luminoso il cielo, e che ha lasciato in tutti il coraggio di credere ai propri sogni». La scuola ha donato a mamma Valentina, a papà Andrea e ai fratellini, un albero che a ottobre verrà piantato ai Giardini Parolini in ricordo di Bea. La sua aula le verrà dedicata con una targa e verrà istituita una borsa di studio annuale in suo nome per studenti impegnati nel sociale.
La generosità di Beatrice continuerà a vivere anche attraverso i suoi occhi, grazie alla donazione delle cornee. I genitori hanno promesso che porteranno avanti l'esempio della figlia continuando a portarne avanti le battaglie: «Il senso della tua vita su questa terra è stato quello di farci vedere la bellezza del tuo essere così ribelle e rivoluzionaria - ha detto commossa mamma Valentina -. L'unica promessa che possiamo farti è che non permetteremo mai alla tua luce di spegnersi. Vai leggera amore, è stato un onore essere la tua mamma e il tuo papà. Ti amiamo tremila, Bea».