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Imbrattati i graffiti della Valdassa

Le incisioni rupestri deturpate dai vandali nella Valdassa
Le incisioni rupestri deturpate dai vandali nella Valdassa
Le incisioni rupestri deturpate dai vandali nella Valdassa
Le incisioni rupestri deturpate dai vandali nella Valdassa

Grave atto vandalico ai graffiti della Valdassa. Mani ignote hanno danneggiato alcune incisioni rupestri presenti in località Sant Antönle graffiandoli e cesellandoci sopra iniziali e parole di poco senso. Per raggiungere le testimonianze preistoriche e compiere il gesto è stata divelta la rete a protezione delle incisioni, che era stata installata dopo un analogo fatto avvenuto alcuni anni fa.

Il vandalismo è stato segnalato sia dalla guida specializzata nelle incisioni, l'archeologo Carlo Bressan, sia da alcuni turisti vicentini, rimasti indignati dall'assurdo gesto.

Per mettere a segno il danneggiamento gli autori hanno dovuto affrontare delle difficoltà, considerato che il sentiero che raggiunge Sant Antönle non è tra i più semplici e presenta punti scivolosi e un territorio piuttosto aspro. Il danno vandalico invece non ha richiesto particolari attrezzi in quanto la superficie rocciosa è abbastanza tenera e quindi facilmente intaccabile con un oggetto appuntito.

Lungo la Valdassa, la profonda vallata che spezza in due il territorio di Roana, sono stati rinvenuti numerosi punti con incisioni rupestri in particolar modo dopo l'alluvione del 1966, evento che ha spostato grandi quantità di detriti dalle pareti rocciose di fondovalle. Tra le aree con il maggior numero di incisioni c'è il Tunkelbald e quello preso di mira dai vandali, il Sant Antönle. Le incisioni coprono un periodo temporale molto lungo: le più rudimentali risalgono alla preistoria mentre quelle più recenti sono dei primi del '900; spiccano per numero quelli del Medioevo. La Valdassa è sempre stata considerata un luogo sacro. Molte testimonianze protostoriche, dall'Altarknotto alla Leute Kubala, confermano che molti popoli, non solo altopianesi, celebravano lì i loro riti propiziatori.

«Oggi resta un insieme di segni che costituisce un'importante e unica testimonianza dell'evoluzione dell'uomo e dei suoi bisogni più profondi, della sua spiritualità e delle sue paure - spiega Bressan -. Le scritte “zio bello” insieme a diverse altre invece di certo non rappresentano un segno del passato – prosegue l'archeologo, impegnato a ricostruire la preistoria dell'Altopiano –. Questi vandalismi non fanno che peggiorare una situazione già precaria. Molte incisioni, in particolare quelle più antichi del Tunkelbald, stanno deteriorandosi a grande velocità».

Le intemperie, il gelo, le tanti mani che li hanno toccati prima che i graffiti preistorici venissero isolati con la rete, hanno portato al degrado le testimonianze, al punto che sussiste il rischio concreto che molti segni del passato a breve si sgretolino e scompaiano per sempre. Un recente progetto dell'Università di Padova intende scannerizzarli con il laser per poter tramandare ai posteri come erano e cosa rappresentavano.

«Serve un intervento urgente di consolidamento – illustra Bressan –: le pareti rocciose stanno andando incontro a un deterioramento veloce. Con l'ateneo patavino si lavora proprio su un piano di recupero e rafforzamento ma servono anche dei fondi per poterlo attuare. Intanto la riproduzione digitale con il laserscan permetterà di studiarli e meglio interpretarli: magari un giorno avremo la risposta su chi li ha creati e distingueremo meglio le epoche in cui sono stati realizzati».

Sul danneggiamento stanno indagando le forze dell'ordine, anche se l'individuazione del responsabile sarà pressoché impossibile. A breve l'ufficio patrimonio del Comune di Roana provvederà alla riparazione del recinto, ma per i lavori di restauro servirà l'intervento di enti superiori che, al momento, pare non abbiamo fondi disponibili da stanziare.

Gerardo Rigoni

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