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Enego

Sergio Berlato: «Abbattiamo lupi e orsi come già si fa in Europa»

L’europarlamentare al convegno sui grandi carnivori a Enego: «Tante aggressioni non vengono rese note e le lobby fanno il resto»
L’europarlamentare Sergio Berlato non ha usato mezzi termini all’incontro dedicato alla gestione dei grandi carnivori
L’europarlamentare Sergio Berlato non ha usato mezzi termini all’incontro dedicato alla gestione dei grandi carnivori
L’europarlamentare Sergio Berlato non ha usato mezzi termini all’incontro dedicato alla gestione dei grandi carnivori
L’europarlamentare Sergio Berlato non ha usato mezzi termini all’incontro dedicato alla gestione dei grandi carnivori

«Abbattiamo lupi e orsi, come già si fa in Europa». L’europarlamentare Sergio Berlato non ha usato mezzi termini all’incontro dedicato alla gestione dei grandi carnivori che si è tenuto al palazzo del turismo di Enego, organizzato dall'Assocazione per la Cultura rurale, di cui Berlato è presidente nazionale. Berlato ha parlato davanti a una cinquantina di persone, dopo i saluti del sindaco.

La gestione dei grandi carnivori

«Serve una gestione pro-attiva dei grandi carnivori, compreso l’abbattimento degli esemplari in eccesso - illustra Berlato, che come europarlamentare è membro della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare -. È quanto si fa in tutta Europa ed è previsto dalle normative in materia di gestione della fauna selvatica, pure protetta. Ovunque si fa un censimento, si effettua uno studio sulla capacità di accoglienza di predatori del territorio e poi si eliminano quelli in eccesso. Trasferirli sposta il problema e altre soluzioni sono inutili o irrealizzabili».

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L’Associazione per la Cultura rurale

Vuole farsi portavoce di coloro che mirano a riequilibrare il rapporto tra mondo rurale e urbano. «L’approccio ideologico alla natura oggi in voga è frutto della cultura urbana che sta condizionando negativamente l’opinione pubblica e le istituzioni nei confronti del mondo rurale - prosegue Berlato -. È la stessa cultura che impedisce qualsiasi azione pro-attiva verso la gestione dei grandi carnivori. Serve quindi fare chiarezza su alcuni punti basati sulla documentazione e non sulle favole raccontate finora: l’abbattimento di esemplari non solo pericolosi ma anche in sovranumero è consentito, il lupo non è arrivato “casualmente” nelle montagne venete ma è stato portato, come ha ammesso il già presidente del Wwf Fulco Pratesi. Il lupo non è un animale mansueto bensì un predatore efficientissimo, e non è vero che la sua presenza è indispensabile per equilibrare la fauna, perché uccide ciò che è più facile, che in una zona agricola sono gli animali allevati. Purtroppo molte aggressioni di orsi e lupi, magari non fatali ma che comunque hanno lasciato le persone scioccate, non vengono riportate per non danneggiare il turismo».

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Abbattere i lupi

A detta di Berlato negli ultimi anni in Spagna, Francia, Germania e Scandinavia i lupi di troppo vengono inseriti nel piano di abbattimento, come si fa con gli ungulati, persino nei parchi nazionali.
«L’abbattimento è addirittura una risorsa: i cacciatori pagano e quelle risorse sono poi investite nel territorio - conclude l’europarlamentare -. Il perché in Italia non si facciano queste cose è palese: basta guardare a Wolf Alps, con milioni di euro spesi e persone che “vivono” di lupi e orsi, e le associazioni ambientaliste, che fanno una lobby pressante sulla politica tanto da non farle prendere le decisioni giuste. Le risorse e le norme ci sono invece, ed è ora di agire prima che sia troppo tardi».

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Gerardo Rigoni

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