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Bassano

Disabile costringe
i ladri alla fuga
e fa fallire il colpo

Marco Zarpellon, 35 anni
Marco Zarpellon, 35 anni
Marco Zarpellon, 35 anni
Marco Zarpellon, 35 anni

«Ho scostato la tenda della porta d’ingresso e mi sono trovato davanti i ladri. La maniglia si stava già muovendo, era questione di secondi e sarebbero entrati in casa. Allora mi sono messo a urlare con tutto il fiato che avevo e alla fine la banda è fuggita».

Quando Marco Zarpellon, bassanese di 35 anni, costretto su una sedia a rotelle dalla nascita a causa di una patologia rara, si è trovato faccia a faccia con i ladri, erano da poco passate le 21 di martedì.

La madre era uscita di casa da una decina di minuti per partecipare a una cena aziendale e Marco, programmatore informatico impiegato alla Sia, l’azienda dell’ex sindaco di Bassano Stefano Cimatti, al momento del tentato furto era solo nella villetta di via Rivarotta a Marchesane.

«Ho sentito dei rumori provenire dalla parte dietro del giardino - racconta -, all’inizio non mi sono preoccupato. Pensavo fossero i vicini, o semplicemente qualcuno che passeggiava. Poi però i rumori si sono fatti più strani, meno familiari. Ho iniziato a preoccuparmi. Non so perché non ho guardato in giardino da una finestra: d’istinto ho raggiunto direttamente la porta d’ingresso che guarda sul retro».

I malviventi, una banda di tre persone, con tutta probabilità le stesse che poco prima hanno messo a segno diversi colpi a Marostica, erano esattamente dall’altra parte. Stavano già armeggiando con gli arnesi da scasso per aprire il portoncino d’ingresso, che fortunatamente era chiuso a chiave. Gli sarebbero bastati pochi secondi per forzare la serratura, poi sarebbero entrati.

«Appena mi sono avvicinato alla porta - continua Zarpellon -, ho visto la maniglia che si abbassava, come nei film dell’orrore. Sempre d’istinto ho scostato la tenda che riveste il vetro dell’ingresso: è stato in quel momento che mi sono trovato faccia a faccia con i ladri. Ero terrorizzato».

Marco Zarpellon non sapeva più cosa fare, era distante dal telefono, per raggiungerlo ci avrebbe messo troppo e non aveva il cellulare con sé. La casa era buia.

«Ho cominciato a urlare con tutto il fiato che avevo in corpo, pregando solo che la banda desistesse, che cambiasse idea - racconta -. Se fossero entrati non sarei riuscito a difendermi. Ho acceso la luce, premendo il primo interruttore che ho trovato. Ne ho visto bene solamente uno, aveva un berretto bianco. Un secondo ladro era dietro di lui, poi ne ho intravisto un terzo, che però era distante, forse stava facendo da palo. Non riuscirei a riconoscerne nessuno. Posso solo dire che avevano circa la mia età, nient’altro».

La banda, per fortuna, è fuggita praticamente all’istante. «Sono scappati per i campi che costeggiano la mia casa - specifica il programmatore -. Erano agilissimi, sono spariti in un attimo». Non appena Zarpellon ha capito di essere al salvo si è fiondato sul telefono e ha dato l’allarme. «Le forze dell’ordine dicono sempre di chiamare subito, perché solo così ci sono più possibilità di prendere i malviventi - spiega Marco -. Ai carabinieri ho raccontato per filo e per segno quanto successo, poi ho chiamato mia sorella che vive vicino al centro di Bassano ed è corsa immediatamente da me».

L’uomo anche ieri era sconvolto. «Ho sentito che hanno fatto molti furti nelle nostre zone - conclude Zarpellon -, la stessa sera che hanno provato ad entrare in casa mia hanno colpito anche a Marostica, a casa di conoscenti. Credo che dopo i colpi messi a segno in quella zona siano passati alla nostra. In linea d’aria sono molto vicine. Sono stato fortunato, tutto qui. Se non avessi sentito i rumori e non li avessi bloccati in tempo, sarebbero certamente entrati e allora non so cosa avrei potuto fare. Forse hanno visto mia madre uscire e credevano che in casa non ci fosse nessuno, è possibile che ci stessero controllando. Spero solo che le forze dell’ordine riescano a prenderli, faccio il tifo per loro».

Francesca Cavedagna

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