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Verso il voto

Bassano, Luigi D'Agrò: «Non mi candido. No ai partiti muscolari»

«Noi con la Lega? Nessun pregiudizio nella costruzione di un grande centro. Troveremo la giusta sintesi moderata»
La cena del "contatto" tra Luigi D'Agrò e Nicola Finco (c'è anche l'ex assessore veneto Conte)
La cena del "contatto" tra Luigi D'Agrò e Nicola Finco (c'è anche l'ex assessore veneto Conte)
La cena del "contatto" tra Luigi D'Agrò e Nicola Finco (c'è anche l'ex assessore veneto Conte)
La cena del "contatto" tra Luigi D'Agrò e Nicola Finco (c'è anche l'ex assessore veneto Conte)

Luigi D'Agrò, ha fatto scalpore l'alleanza tra Dc-Popolari per Bassano e Lega. Non ci possono essere pregiudizi nella costruzione del grande centro. 

Ma pregiudizi ne avevate?
Non ci piaceva la posizione più volte espressa dalla Lega in passato nei confronti dell'Europa e la politica da "padroni a casa nostra".

E che garanzie avete allora per Bassano?
Ci sarà una contaminazione, la moderazione delle parti che si mettono insieme troverà una sintesi.

Non era più moderata Elena Pavan di Nicola Finco?
Non abbiamo mai voluto decidere chi candidare, volevamo soltanto fare una lista. Nel quadro delle alleanze, giusto riconoscere alla forza preminente il diritto di scegliere.

Ma un grande centro non poteva essere costruito con Zen e Marin?
Ci stava, ma in politica contano anche i numeri. Un'espressione politica con un consenso superiore esprime anche il candidato sindaco, non tutti erano d'accordo. In ogni caso, se non si fosse formata questa nostra coalizione saremmo di nuovo al "destracentro" (neanche centrodestra).

Che a voi non piace.
Il centro sarebbe stato una foglia di fico, incapace di contrastare forze che amano esprimere, come dire, una certa muscolarità.

Possiamo tradurre più prosaicamente: tutto pur di non far finire Bassano in mano a un partito poco chiaro sul fascismo?
Bassano porta i segni del fascismo ma siamo convinti che sia comunismo che fascismo in Italia abbiano avuto forti capacità di trasformazione, e questo proprio grazie al lungo governo della Dc. Il Pci accetta l'atlantismo e l'europeismo, il Msi è stato trasformato da Fini togliendo la fiamma.

Sicuri che sotto sotto non arda la brace?
Ammetto che guardiamo con preoccupazione a una cultura sotterranea di comando piuttosto che di governo, frutto di un meccanismo oppositivo rispetto alla mediazione.

Però FdI ha candidato Elena Pavan.
La sua è stata un'auto-offerta, un'incidentale convergenza con coloro che nella sua maggioranza erano stati a lungo i suoi aguzzini. Io non do giudizi ma in questi cinque anni Bassano si è un po' frenata.

Pavan l'aveva scelta proprio Finco, che poi l'ha scaricata e ora le corre contro.
In passato è capitato anche a me di scegliere molti candidati. Di nessuno mi sono mai pentito, di qualcuno potrei essermi vergognato.

Lei e Dino Secco sarete in lista, come si vocifera?
Lo escludo. Sarebbe tarpare le ali a chi nella Dc può diventare leader. Ragazzi di stoffa ne abbiamo. Questa scelta farà mancare qualche voto ma sarà una lezione di educazione politica.

Cosa risponde a chi afferma che intorno alla vostra alleanza si muovono persone interessate a influire sulla politica cittadina?
Che questa opinione nasce da una comunicazione divisa e da un clima poco sereno in città.

Che la politica e gli amministratori avrebbero il dovere di distendere e che invece hanno interesse ad alimentare.
La politica attinge dalla società. La comunicazione più giusta è quella che serve a portare migliori risultati in termini di consenso. E, attenzione: i partiti non sono la politica.

Alessandro Comin

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