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Il caso

Asiago, i capifamiglia eleggeranno il parroco. È lo "Jus Patronatus"

Gli asiaghesi sceglieranno l’arciprete in una lista di candidati fatta dal vescovo. Unico caso nella diocesi di Padova e sull'Altopiano
Don Roberto col vescovo Cipolla. Il parroco lascia Asiago dopo 18 anni
Don Roberto col vescovo Cipolla. Il parroco lascia Asiago dopo 18 anni
Don Roberto col vescovo Cipolla. Il parroco lascia Asiago dopo 18 anni
Don Roberto col vescovo Cipolla. Il parroco lascia Asiago dopo 18 anni

Non ci saranno solo le elezioni amministrative ed europee nei prossimi mesi per gli asiaghesi. I cittadini di Asiago sono infatti chiamati alle urne anche il 26 maggio per eleggere il nuovo parroco. L’attuale arciprete don Roberto Bonomo si ritira per sopraggiunti limiti d’età e dopo 18 anni alla guida della comunità cristiana locale e quindi, come vuole la procedura dello “Jus Patronatus”, i capifamiglia del capoluogo altopianese e gli aventi di uso civico saranno chiamati a eleggere il nuovo parroco.

Il nuovo parroco di Asiago votato dai capifamiglia

La votazione viene preceduta dalla presentazione in consiglio comunale dei candidati ad arciprete di Asiago da parte del vescovo, o di un suo delegato. Successivamente il Consiglio comunale, attraverso il prefetto, indice delle consultazioni cui vengono invitati tutti i capifamiglia, voto a scrutinio segreto. L’elezione sarà valida solamente se il candidato scelto dal vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, raggiungerà la maggioranza assoluta dei voti favorevoli.

Una volta che i capifamiglia raggiungeranno la maggioranza, la procedura del diritto patronale prevede che il sacerdote scelto si presenti alla comunità e in quel momento firmi il contratto stilato dal Comune, divenendo difatti un dipendente comunale. Il contratto prevede, tra le altre cose, il dovere del prelato a visitare i malati, benedire le case, eseguire le rogazioni e dire messa almeno due volte al giorno. Il Comune, dal canto suo, dovrà provvedere ai bisogni del sacerdote fornendogli una casa, viveri, un salario ed eventualmente anche un mezzo per raggiungere i bisognosi di conforto spirituale.

Asiago è l’unica parrocchia dell'Altopiano in cui vige lo "Jus Patronatus"

Asiago è l’unica parrocchia della diocesi di Padova, e tra le poche in Italia, in cui vige ancora il giuspatronato comunitativo, istituto che perdura dal 1580, data in cui vene concesso ad Asiago dal pontefice Gregorio XIII. L’avvicendamento del parroco alla guida della comunità prevede questa particolare procedura oggi inconsueta ma presente in molte realtà nel passato. Tutti i Comuni altopianesi avevano questo diritto ma poi negli anni ’40 e ‘50 i capifamiglia hanno deciso di rinunciarvi e solo Asiago ha mantenuto il diritto.

Una procedura che risale al XIV secolo 

«Le sue radici risalgono al XIV secolo e si legano ai concetti di proprietà delle chiese e al loro mantenimento comprensivo del sostentamento del parroco da parte della comunità che doveva persino fornirgli il cavallo per poter raggiungere gli angoli più remoti della parrocchia - spiega lo storico Emanuele Cunico -. A tutt’oggi il mantenimento e la gestione di spesa ordinaria e straordinaria del duomo dedicato a San Matteo è a carico delle casse comunale; così come il parroco risulta “dipendente” del Comune in quanto stipendiato dalla comunità».

 

Gerardo Rigoni

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