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«Siamo sconvolti da questa tragedia»

Il feretro di Vanna Meggiolaro accompagnato in chiesa e seguito dai genitori della donna. MASSIGNAN
Il feretro di Vanna Meggiolaro accompagnato in chiesa e seguito dai genitori della donna. MASSIGNAN
Il feretro di Vanna Meggiolaro accompagnato in chiesa e seguito dai genitori della donna. MASSIGNAN
Il feretro di Vanna Meggiolaro accompagnato in chiesa e seguito dai genitori della donna. MASSIGNAN

Non sono bastate le seicentesche mura della chiesa di Sorio per contenere tutti coloro che si sono riuniti per l’ultimo abbraccio a Vanna Meggiolaro. Sono state infatti centinaia le persone che nel pomeriggio di ieri hanno partecipato all’ultimo saluto alla donna morta martedì scorso nell’incidente stradale mentre si trovava in auto con l’ormai ex marito Antonio Facchin, anche lui deceduto sul colpo. Uno scontro frontale violentissimo contro un camion sulla strada regionale all’altezza della zona industriale di Torri di Confine, in territorio comunale di Gambellara.

Parenti, amici, colleghi e semplici conoscenti si sono idealmente stretti alla figlia Sara, di 24 anni, che si è improvvisamente ritrovata senza entrambi i genitori e che era presente davanti con il fidanzato e i famigliari, uniti in un composto e profondo dolore per la doppia tragedia patita.

E al drammatico avvenimento che ha toccato l’intera comunità della frazione di Gambellara ha fatto riferimento il parroco, don Giuseppe Pettenuzzo, all’esordio della celebrazione dei funerali che si sono tenuti a una settimana dallo scontro fatale. Vanna, 50 anni, operaia della stabilimento di Sarego della Cartotecnica di Montebello, era seduta sul sedile del passeggero della sua auto mentre al volante c’era il marito Antonio, 54 anni, muratore, con cui aveva in corso una procedura di separazione ormai prossima ad arrivare alla conclusione.

«Siamo qui per pregare e andare oltre i sentimenti che ci hanno frastornati in questi ultimi giorni. Siamo stanchi per le tante parole che si sono sentite e sconvolti da questa tragedia che ha colpito questa famiglia e la comunità», ha detto don Giuseppe che nell’omelia dopo il vangelo di Giovanni, quello che parla di Lazzaro, ha esortato alla speranza che può avere chi ha il dono della fede anche di fronte alla fine terrena.

«Ciò che è capitato va considerato come un’apertura verso la vita eterna perché con la morte non è tutto finito. Una vita distrutta e spezzata può avere ancora una speranza». E il parroco ha anche esortato i fedeli ad abbandonare i dubbi che possono nascere nella disperazione.

«Occorre superare i veleni che ci portiamo dentro. Lasciamo entrare Dio nelle nostre vite affinché non crescano le erbe velenose che non portano a nulla di buono e che ci possono fare male», ha sottolineato.

Prima di recitare la preghiera del Padre Nostro e dello scambio reciproco del gesto di riconciliazione, don Giuseppe ha invitato ciascuno dei presenti ad un momento di silenzio per pronunciare, al posto di leggerle pubblicamente dal pulpito, le proprie personali preghiere a livello interiore per Vanna, ma anche di rivolgere un pensiero per Antonio.

Le spoglie mortali di Vanna, per volontà dei famigliari, sono state cremate. Le ceneri riposeranno nel cimitero di Sorio, paese dove viveva la coppia, residente nella casa di famiglia in via San Benedetto.

Intanto è stata resa nota anche la data dei funerali di Antonio Facchin. La cerimonia funebre sarà celebrata venerdì 17 marzo, alle 15, nella stessa chiesa dove si sono tenuti ieri pomeriggio quelli della moglie. La figlia Sara deciderà se essere presente.

Matteo Guarda

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