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Screening contro i Pfas Richiamato il 40 per cento

Ha preso il via all’ospedale di  Lonigo la seconda fase dello screening
Ha preso il via all’ospedale di Lonigo la seconda fase dello screening
Ha preso il via all’ospedale di  Lonigo la seconda fase dello screening
Ha preso il via all’ospedale di Lonigo la seconda fase dello screening

Antonella Fadda Oltre il 42 per cento dei cittadini della “zona rossa” esaminati per i Pfas accede al secondo livello dello screening. Ad annunciarlo è l’Ulss 8 Berica che comunica che da due giorni sono iniziate le visite all’ambulatorio Pfas dell’ospedale di Lonigo, appositamente approntato per condurre analisi di questo tipo. I primi quattro pazienti sono stati visitati lunedì, ma una volta che il progetto sarà a regime, saranno una trentina le persone che verranno esaminate ogni giorno e sottoposte, eventualmente, a ulteriori approfondimenti. Tutto gratuitamente. Attualmente su circa 7.500 cittadini che sono stati già esaminati per la prima parte dello screening, sono 3.156 quelli rinviati ad un secondo e più approfondito livello di analisi. Fra questi, 2.262 sono residenti nel territorio dell’Ulss 8 Berica, 543 sono cittadini che abitano nei Comuni di pertinenza dell’Ulss 9 Scaligera e 351, invece, nelle aree di competenza dell’Ulss 6 Euganea. Sempre il primo livello, avviato a fine gennaio, fra i residenti della cosiddetta “zona rossa” coinvolgerà complessivamente 85 mila persone. Tra coloro che hanno aderito o aderiranno, chi risulta con livelli elevati di sostanze perfluoro-alchiliche nel sangue in combinazione con altri valori alterati accederà al secondo step. L’obiettivo del secondo livello sarà quello di approfondire in particolare due aspetti: da una parte il rischio cardiovascolare, dall’altra quello riconducibile ad alterazioni nel sistema metabolico ed endocrinologico come ad esempio possibili danni renali, problemi alla tiroide e diabete. La selezione dei pazienti che verranno invitati ad effettuare visite e, nel caso, ulteriori analisi avviene tramite un software apposito. Il programma consente al personale dell’Ulss di incrociare i risultati dello screening del 1° livello con la storia clinica del paziente e i risultati degli esami effettuati in precedenza. La partecipazione alla fase 2 è perciò su chiamata da parte dell’équipe medica che si mette direttamente in contatto con il cittadino. Il secondo livello dello screening è coordinato dal dott. Giampaolo Stopazzolo, con un team apposito di medici e infermieri. Per quanto riguarda i medici internisti la squadra è guidata dal dott. Giovanni Scanelli, direttore del reparto di medicina generale dell’ospedale di Vicenza mentre a capo degli specialisti in cardiologia c’è il dott. Claudio Bilato, direttore dei reparti di cardiologia dei nosocomi di Arzignano e di Valdagno. Gli esami saranno ripetuti ogni due anni e i dati raccolti consentiranno di valutare se e come ci possa essere un collegamento fra le alterazioni rilevate e l’esposizione ai Pfas. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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