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Le reazioni

Scatta la caccia al nome, nei bar non si parla d'altro

Piazza Zanella, a Chiampo (ARCHIVIO)
Piazza Zanella, a Chiampo (ARCHIVIO)
Piazza Zanella, a Chiampo (ARCHIVIO)
Piazza Zanella, a Chiampo (ARCHIVIO)

Nei locali pubblici della centralissima piazza Zanella per tutto il giorno non si è parlato d’altro: come sia stata possibile una dimenticanza così plateale, che ha mandato in coriandoli quasi due milioni di euro. E naturalmente la domanda di rito è: Chi sarà? Già, chi sarà quel cittadino che ha visto volatilizzarsi tanti soldi per una svista? Un frequentatore di uno dei bar del centro? Un anonimo pensionato, affezionato frequentatore di cantieri? O un distinto signore che magari sfreccia per le vie del centro con un’auto sportiva?

Al Caffè Europa, locale storico, sul viso di un gruppo di pensionati, che sorseggiano delle bibite fresche, si legge lo stupore misto a incredulità. La voglia di sapere chi sia stato lo sfortunato pensionato vittima di una così paradossale sbadataggine è grande, ma al momento non se ne conosce l’identità. «Ma come è possibile che una persona tenga in casa una somma così rilevante?», dice un avventore. Poi però subentra un altro pensiero: pensionato sì, ma non da spettatore di cantiere. « Non era certamente uno sprovveduto, perché non è da tutti i pensionati possedere una fotocopiatrice. Sono cambiati i tempi: una volta i soldi si nascondevano sotto il materasso o una vecchia stufa inservibile, oggi in una fotocopiatrice», osserva un altro cliente .

Al bar Centrale ci sono alcuni avventori di varie età che sorseggiano un fresco bicchiere di vino e dopo un momento di titubanza alla richiesta di commentare l’episodio, si aprono anche a fatti personali, succeduti nello loro famiglie, come a far capire che non c’è da meravigliarsi se la dimenticanza può giocare brutti scherzi. «Mia figlia ha scoperto un gruzzoletto di lire, quando ha deciso di cambiare il copri-divano: se ne era completamente dimenticata», dice un cliente. E un altro: «La mia banca mi ha convocato per informarmi che c’era un piccolo deposito a me intestato - aggiunge un altro -. Sono cascato dalle nuvole, ma era vero, perché risaliva a tanti anni fa. Comunque non riesco a darmi una ragione, perché quel pensionato si teneva così tanti soldi in casa. Forse aveva in mente un affare per la famiglia e i figli». 

Al Caffe Dersut, altro giro di pareri, altra incredulità, sia per come è finita la vicenda sia per la consistenza della somma: «Mi piacerebbe davvero conoscere il nome di questa persona -dice un cliente - Mi farei spiegare che cosa lo ha spinto a tenere in casa così tanti soldi e poi a trasformare una fotocopiatrice in cassaforte con i tempi che corrono, quando siamo pieni di ladri. Ma perché non ha pensato a farli sfruttare con qualche investimento ed eventualmente usarli all’occorrenza?».

Concetto sul quale tutti i presenti annuiscono. Ma quello che impressiona di più fra tutte le possibili ipotesi è il fatto che l’uomo si sia accorto quando ormai era troppo tardi. Tanto che il container dell’ecocentro del paese era già partito per la ditta specializzata nello smaltimento e la fotocopiatrice e il suo contenuto erano già stati triturati e trasportati dal nastro trasportatore. C’è dunque anche un senso di umana compassione che si fa strada, al pensiero dello stato d’animo in cui si troverà il povero uomo. 

 

Aristide Cariolato

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