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San Pietro Mussolino

Adottato a 15 mesi, è tornato in Ucraina da volontario. «La mia terra natia devastata dalla guerra»

La storia di Michele Rigoni di San Pietro Mussolino, premiato dal presidente di “Energia e Sorrisi” per il suo impegno in progetti di solidarietà.

Michele racconta come un fiume in piena la disperazione dell’Ucraina. La sua è l’esperienza di un giovane di 23 anni, nato a meno di 300 chilometri da Kiev, e mai più ritornato fino ad oggi. Lo ha fatto in pieno conflitto, da volontario. Michele Rigoni di San Pietro Mussolino è il volontario dell’anno 2022 per l’associazione benefica “Energia e Sorrisi” di Altavilla, organizzazione di volontariato che aiuta i bisognosi.

La sua storia

Lavora in una ditta di impianti antifurto, ma è già una delle figure più attive della solidarietà di casa nostra. Racconta con un lessico autentico che denuncia l’ingiustizia, che profuma di solidarietà e che condanna l’indifferenza di chi ha tutto. La sua esperienza di volontario s’intreccia con la storia personale. 

Nato in Ucraina, abbandonato dai genitori biologici a poco più di un anno, adottato da due genitori che gli hanno trasmesso tutti i valori di una persona perbene. Scoppiata la guerra in Ucraina, ha voluto ritornare nella sua terra natia, dove non era mai stato prima, disposto a guardare negli occhi la disperazione e l’abbandono, stigma indelebile nell’intimo del suo passato. «Quando ho messo piede in Ucraina ho provato sentimenti contrastanti. Da una parte gioia perché era la prima volta. Ma subito una profonda angoscia vedendo persone disperate che scappavano. Mi ha colpito una mamma che teneva per mano un bimbo di due anni e camminavano sulla strada con una valigia. Mi sono rivisto io». Poi altri bimbi, soli, tra le macerie.
Michele è entrato a far parte di “Energia e Sorrisi” nel 2020, su consiglio di un sacerdote amico che ne ha colto le doti umane. Il primo viaggio, in Bosnia nel 2021 incontrando migranti in fuga dalla guerra in Siria passando per la rotta balcanica. «Ho visto tanta miseria, ragazzini di 14 anni a piedi nudi nella neve, in tende fatte di stracci. Immagini terribili. Dopo queste esperienze torni a casa e vedi le cose in altro modo».

Volontario dell’anno: il 23enne Michele Rigoni è stato premiato dal presidente Dal Ben (Foto PIEROPAN)
Volontario dell’anno: il 23enne Michele Rigoni è stato premiato dal presidente Dal Ben (Foto PIEROPAN)

La guerra

Poi la guerra in Ucraina. «Sono nato a Myrhorod (città a circa 300 chilometri ad ovest di Kiev) e dopo poco sono stato abbandonato dai miei genitori. Nella mia storia personale c’è una ferita lontana. Quando è iniziato il conflitto mi sono sentito morire dentro. Avevo chiesto qualche anno fa ai miei genitori adottivi di poter vedere dove sono nato, l’orfanotrofio dove mi avevano preso, ma non c’era stata occasione».

Il viaggio

L’occasione è arrivata con Giampietro Dal Ben, presidente di “Energia e Sorrisi”, portando aiuti in appoggio a un seminario di un sacerdote a Užhorod, dopo il confine dell'Ungheria. Un viaggio di 10 ore e un’attesa di 12 con file lunghe 20 chilometri alla dogana. Il resto è un tuffo al cuore. «Appena entrati ho percepito l’odio scaricato su famiglie e bambini costretti a scappare a piedi, con una borsa, una valigia, in fretta e furia col minimo necessario. Ho visto una donna di 80 anni in carrozzina che era giunta fin quasi alla dogana da sola, senza accompagnatore. Sono stati i soldati ad aiutarla». Michele ha aiutato una ragazza madre e una donna con il figlio, portandole fuori dall’Ucraina bombardata.
«Un altro momento forte, quando ho dovuto andare da un papà per comunicargli che il figlio era con noi e l’avremmo portato in salvo. Il padre, che non poteva lasciare la nazione per non diventare disertore, si è messo a piangere perché non sapeva se mai si sarebbero rivisti».

Il 13 marzo 2022 il rientro

«Ci ho messo due settimane a riprendermi da ciò che ho visto. Tante persone qui vivono nell’indifferenza e nella superficialità. Bisognerebbe uscire dalla propria zona di comfort e pensare a chi non ha nulla». L’11 giugno 2022, guardando su Instagram foto sull’andamento della guerra, ha riconosciuto l’orfanotrofio dove è nato, raso al suolo. «Incredibile coincidenza nel giorno del mio compleanno - dice -. È stato il giorno più triste della mia vita, ho pianto tanto. Delle mie radici non rimane più nulla».

La prossima iniziativa solidale, fra un mese, in Marocco, portando generi di prima necessità. Michele, accantonati i soldi per il viaggio, ha chiesto le ferie ai titolari per far del bene. Il premio? Un gesto dovuto ad un ragazzo di alto spessore morale. «Sono stato contento, non me l’aspettavo. Ma quello che ho fatto è nato dalla buona volontà e dal crederci. Non sono un eroe».

Matteo Pieropan

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