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Gambugliano

Rogo in azienda, cassa integrazione per tutti i dipendenti. «Abbiamo visto il fuoco, poi il disastro»

Lo sconforto dei lavoratori della Nidec di Gambugliano dopo l'incendio che ha devastato la ditta. Apprensione e vicinanza anche in paese
Quel che resta dei capannoni della “Nidec Fir” dopo l'incendio (Foto CAROLLO)
Quel che resta dei capannoni della “Nidec Fir” dopo l'incendio (Foto CAROLLO)
Quel che resta dei capannoni della “Nidec Fir” dopo l'incendio (Foto CAROLLO)
Quel che resta dei capannoni della “Nidec Fir” dopo l'incendio (Foto CAROLLO)

«All’improvviso ho visto la gente che fuggiva e ho iniziato a correre anch’io, senza sapere il perché. Poi, girato l’angolo del capannone, ho visto le fiamme e ho capito. Appena sono uscito dal cancello, i vetri hanno iniziato ad esplodere. Poi, il disastro». Il giorno dopo il rogo che ha devastato la “Nidec Fir”, davanti a ciò che resta dell’azienda di Gambugliano, specializzata nella produzione di motori elettrici, lo sconforto dei dipendenti lo si vede tutto, nei loro occhi. E purtroppo a questo si aggiunge anche la notizia che la ditta si vede costretta ad attivare la cassa integrazione ordinaria per tutti i dipendenti, un’ottantina. Una scelta dettata da cause di forza maggiore e già comunicata ai sindacati.

Lo sconforto dei dipendenti

Il furioso incendio, divampato verso le 12 di mercoledì, ha creato sconforto e preoccupazione anche in paese, sia per le possibili conseguenze sulla qualità dell’aria a causa del fumo sprigionatosi, sia per la questione occupazionale: l’azienda dà infatti lavoro a molte persone della zona, in alcuni casi a intere famiglie. «Sono cose che non ti aspetti di vedere, in quei momenti non mi sono reso conto di quanto stava accadendo», prosegue l’operaio mentre si trova sul prato di fronte all’azienda con altri colleghi. Increduli per quanto accaduto, osservano, disperati, la devastazione di quel luogo, ora in fumo, in cui fino al giorno prima avevano lavorato gomito a gomito.
Sulla sfondo, i vigili del fuoco procedono con i lavori di smassamento e di spegnimento degli ultimi focolai. Nella mente, e nel cuore, c’è l’incertezza per il proprio futuro lavorativo. «Ho passato 32 anni, qui dentro», racconta un altro dipendente, indicando il capannone annerito dal fumo. L’uomo l’altro giorno era in ferie, ma quando ha saputo dell’incendio è accorso in via Croce: «Ho sempre lavorato con grande amore, dando tutto me stesso. Adesso è da piangere». 
«C’è tanta tristezza - continua il primo operaio, 30 anni, più o meno gli stessi che il collega ha passato all’interno dello stabilimento bruciato -. Siamo come una famiglia, un gruppo molto unito. Sono talmente legato a questa fabbrica da essere venuto qui ormai più volte, da quando è scoppiato l’incendio».

Preoccupazione in paese

«Siamo tutti tristi - racconta la titolare del negozio di alimentari in piazza -. Quella è una grande fabbrica, e in un paese piccolo, un’azienda così è importante. È passato qualche dipendente e l’ho visto davvero provato». Ieri mattina, in paese, era proprio la paura di perdere un prezioso avamposto occupazionale, a farla da padrona. «C’è preoccupazione per la qualità dell’aria, ma molti parlano della questione lavorativa - conferma Denise Canaglia, direttrice della piccola farmacia che ha sede, come l’ufficio postale, nello stesso edificio del municipio -. L’azienda è una grossa realtà per il paese». 

Proseguono i monitoraggi di Arpav

La giornata di ieri è stata contraddistinta anche dai continui monitoraggi dell’aria da parte di Arpav, per stabilire l’eventuale presenza di inquinanti nell’aria. «Stamattina (ieri per chi legge, ndr) si sentiva un po’ di odore - racconta un cittadino che vive a pochi metri dallo stabilimento -, ma il vento solitamente soffia verso la Valdiezza, quindi si spera che qui non ci siano problemi. Per precauzione, ho comunque coperto la verdura del mio orto». «Ci hanno consigliato di indossare le mascherine e lo stiamo facendo - spiegano nell’azienda di fronte alla Nidec -. Dopo tre anni di Covid, ormai siamo abituati». 

Nel frattempo, i pompieri, poco distante, proseguono con lo smassamento, utilizzando anche alcuni mezzi meccanici per rimuovere il materiale al di sotto del quale si trovavano ancora alcuni focolai. Nel contempo continuano i sopralluoghi dei tecnici dei vigili del fuoco per valutare come rimuovere parte della struttura crollata per ultimare le operazioni. 

Matteo Carollo

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