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Batteri contro Pfas
«È una tecnica
tutta da verificare»

Un tratto del tubo collettore gestito da Arica.  ARCHIVIO
Un tratto del tubo collettore gestito da Arica. ARCHIVIO
Un tratto del tubo collettore gestito da Arica.  ARCHIVIO
Un tratto del tubo collettore gestito da Arica. ARCHIVIO

«La cosa non ci torna: è ancora tutta da verificare e abbiamo alcune perplessità sulla metodologia». A commentare così la notizia data dal Movimento 5 Stelle sulla “scoperta” di alcuni microrganismi capaci di ripulire l’acqua dai pfas, il presidente di Arica, Antonio Mondardo, ci va cauto: «un discorso è ripulire 50 litri d’acqua in laboratorio, un altro risolvere il problema nella realtà su cinquanta milioni di litri».

La settimana scorsa gli esponenti regionali del M5S avevano reso noto in una conferenza stampa lo studio di un biologo toscano, il dott. Domenico Prisa, che indicava in alcuni microrganismi la capacità di diminuire drasticamente la concentrazione di pfas dalle acque.

«Siamo a conoscenza di tale studio, in quanto l’acqua per le analisi l’abbiamo fornita noi - spiega Mondardo -. Quello che è stato pubblicizzato riguarda un controllo sulle acque di scarico di Arica: sul rapporto di analisi che ci è pervenuto abbiamo qualche perplessità sulla metodologia che è stata seguita e sui valori di partenza che non sono proprio corretti».

Secondo il presidente di Arica, per poter certificare un risultato di sperimentazione serve, che l’analisi sia effettuata con metodologie che la scienza riconosce: «mentre in questo caso si tratta di un metodo interno di laboratorio - spiega Mondardo - senza certificazioni e quindi con tutti i suoi limiti. Con questo non voglio dire che siano dati sbagliati, bensì di risultati che non sono ancora scientificamente certi».

Che fare, dunque, a questo punto? L’idea che dei microrganismi possano risolvere il problema pfas è infatti allettante. «Anche noi siamo venuti a contatto con questo ricercatore, anche perchè ci era stato chiesto il campione in cambio delle analisi. Fermo restando che questi valori possano essere o meno discutibili, possono risultare interessanti: però serve certificare meglio. Sarebbe interessante se ci fosse data la possibilità di testare i batteri con la supervisione del nostro laboratorio, che utilizza metodi certificati, per capire con un riscontro se le prime analisi sono corrette o devono essere riviste».

Una verifica ufficiale della bontà dell’analisi, dunque, secondo Arica, per la quale, poi, una sperimentazione sarebbe comunque ancor più complessa. «È troppo presto - conclude infatti Mondardo -: anche dando per buoni i risultati e che l’operazione vada in porto per una quantità minima di 50 litri, qui si tratta invece di milioni di metri cubi d’acqua. Per quanto ci riguarda siamo comunque disponibili a proseguire con la verifica interna del nostro laboratorio sulla capacità di ridurre i pfas. Se questo fosse possibile, lo segnaleremmo ufficialmente, non politicamente».

Paolo Rolli

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