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Noventa Vicentina

Ha ucciso la moglie a colpi di pistola: condannato all'ergastolo

La Corte d’Assise ha inflitto il carcere a vita a Pierangelo Pellizzari per l'omicidio di Rita Amenze nel 2021. Dovrà risarcire la sorella e i tre figli che vivono con il padre in Africa.
Il killer e la vittima: Pierangelo Pellizzari e Rita Amenze
Il killer e la vittima: Pierangelo Pellizzari e Rita Amenze
Il killer e la vittima: Pierangelo Pellizzari e Rita Amenze
Il killer e la vittima: Pierangelo Pellizzari e Rita Amenze

Ha ammazzato sua moglie Rita Amenze a colpi di pistola, e prima l’aveva rapinata, minacciando il suo titolare; ma non l’aveva maltrattata quando vivevano sotto lo stesso tetto. Per questo Pierangelo Pellizzari, 62 anni, merita l’ergastolo.

La sentenza della Corte d'Assise

È la decisione della Corte d’Assise che, presieduta da Antonella Toniolo (giudice a latere Veronica Salvadori), che ha accolto la richiesta del pubblico ministero Cristina Carunchio, escludendo però l’isolamento diurno per l’imputato. Quest’ultimo ha ascoltato la sentenza della giuria popolare, letta dopo un’ora e un quarto di camera di consiglio, a capo chino. Qualche settimana fa, in aula, aveva spiegato «non so cosa mi sia successo quella mattina... se potessi tornare indietro», confessando un delitto avvenuto davanti a diversi testimoni.

L’operaio dovrà risarcire i tre figli minorenni di Rita, 31 anni, che vivono in Nigeria col padre (la curatrice speciale, l’avv. Silvia De Biasi, era tutelata in aula dall’avv. Elisa Filippi), con 100 mila euro di provvisionale ciascuno; 10 mila alla sorella della vittima, Joy (avv. Fabrizio Ippolito D’Avino). La difesa, con gli avv. Lino Roetta e Michele Albertazzi, annuncia il ricorso in Appello. 

Le accuse a carico di Pellizzari

Pellizzari è stato ritenuto colpevole dell’omicidio aggravato dalla premeditazione e dai vincoli di parentela di sua moglie, ricettazione e porto abusivo di una pistola clandestina, rapina e minaccia. L’imputato uccise la moglie, da cui si stava separando, cittadina nigeriana, colpendola con una semiautomatica calibro 7.65 la mattina del 10 settembre 2021 mentre lei stava entrando al lavoro alla Meneghello Funghi di Noventa; in quell’occasione minacciò anche il suo titolare.

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La ricostruzione dell'omicidio

In base a quanto ricostruito dal magistrato, che aveva coordinato le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo provinciale, con il maggiore Bortone e il luogotenente Contessa, erano giorni che il marito seguiva la moglie, che si era allontanata da casa per la paura di essere ammazzata dopo il litigio avvenuto due giorni prima del delitto. Era stato visto da più testimoni, anche quella tragica mattina quando si era appostato nel fossato vicino all’azienda per poi comparire all’improvviso.

Aveva una cartellina rosa in mano, diceva che Rita doveva firmare i documenti per il divorzio, ma all’interno non era stato trovato nulla. Era solo una scusa per poterla avvicinare il più possibile. I colpi esplosi con la pistola erano stati sparati da distanza ravvicinata. L’arma era stata ritrovata sotterrata nel pollaio dell’abitazione in cui era stato arrestato dai carabinieri l’indomani.

Secondo gli inquirenti, il principale movente del delitto era economico: Pellizzari, disoccupato, voleva il denaro di Rita che aveva deciso di lasciarlo. Il giorno prima del delitto, lei si era presentata dai carabinieri perché aveva paura, ma non sporse denuncia. Lui l’ha uccisa: per la corte merita il carcere a vita. 

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Diego Neri

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