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Il delitto di Zovencedo

Omicidio Pretto, ancora nessun colpevole. «Ma il caso non è archiviato»

Il consigliere regionale dem Zanoni, in veste di Presidente della Commissione Legalità, ha incontrato il Procuratore Capo del tribunale di Vicenza.

«Il caso non è chiuso, la battaglia prosegue: Mauro Pretto deve avere giustizia». Con queste parole il consigliere regionale Andrea Zanoni (Pd), in veste di Presidente della Commissione Legalità, sintetizza i contenuti di un suo colloquio con il Procuratore Capo del tribunale di Vicenza, Lino Giorgio Bruni

Il delitto a Zovencedo

Mauro Pretto, il boscaiolo-eremita che viveva in un casolare in contra’ Gazzo a Zovencedo, venne assassinato il 13 maggio 2017 sull'uscio di casa con una fucilata in pieno petto. «Il Procuratore - fa sapere l’esponente dem - mi ha comunicato che il fascicolo su questo efferato omicidio non è archiviato. Si tratta sicuramente di una buona notizia. Facendo il punto della situazione, il magistrato ha quindi ricordato che le indagini hanno finora coinvolto moltissimi soggetti e che il lavoro della Procura è stato molto importante, oltre ad assicurare che questo impegno proseguirà per individuare l’assassino».

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La pista del bracconaggio

Zanoni dice di rimanere nella convinzione «che il movente di questo omicidio vada ricercato nell’ambito del bracconaggio. Sempre ieri ho avuto modo di incontrare le guardie zoofile dell’Enpa che si sono occupate anche loro del caso, nella parte inerente gli animali selvatici presenti nella zona dell’omicidio: da loro la conferma del fatto - continua - che qui i cinghiali sono presenti in numero importante e che, al tempo, individuarono e fecero dei calchi delle orme, portandoli agli inquirenti». «Stando anche ai racconti che il fratello di Mauro mi ha a più riprese riportato, Pretto aveva avuto ripetuti scontri con i bracconieri del posto in cui viveva. Un luogo collocato in una valle isolata, tutta circondata da colline da boschi e da prati, dunque ideale per fare bracconaggio. Mauro era un incomodo per queste attività losche ed illegali e molto probabilmente chi lo ha ucciso freddandolo era uno di questi bracconieri. Tant’è vero che l’arma utilizzata è un fucile da caccia a canna liscia a pallettoni».

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Il Presidente della Commissione Legalità dichiara inoltre di aver «informato il Procuratore Capo circa la volontà di tenere un’iniziativa pubblica a Vicenza, in occasione del sesto anniversario dell’omicidio».

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