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Delitto di Noventa

«Mi ha puntato la pistola appena uccisa la moglie». La testimonianza nel processo

In aula la ricostruzione del delitto di Rita Amenze: sarebbe stata freddata dal marito
Pierangelo Pellizzari accusato del delitto della moglie Rita Amenz ARCHIVIO
Pierangelo Pellizzari accusato del delitto della moglie Rita Amenz ARCHIVIO
Pierangelo Pellizzari accusato del delitto della moglie Rita Amenz ARCHIVIO
Pierangelo Pellizzari accusato del delitto della moglie Rita Amenz ARCHIVIO

«Sono rimasto sotto shock per un’ora dopo che mi son visto puntare la pistola in faccia. Sono arrivati ambulanze e carabinieri ma io non capivo alcunché». L’ha riferito in aula Federico Meneghello, che con la sorella Orietta conduce la Meneghello Funghi a Noventa dove nel parcheggio dell’azienda il 10 settembre del 2021 è stata freddata con una semiautomatica calibro 7.65 la dipendente stagionale Rita Amenze, nigeriana di 31 anni. Un omicidio per il quale siede sul banco degli imputati il marito. 

Il processo

È ripreso ieri in Corte d’assise, presieduta dal giudice Antonella Toniolo (giudice a latere Veronica Salvadori) il processo a Pierangelo Pellizzari, 62 anni, difeso dagli avvocati Lino Roetta e Michele Albertazzi con il dottor Edoardo Canilli: deve rispondere di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai vincoli di parentela, ricettazione e porto abusivo di una pistola clandestina, rapina, minaccia e maltrattamenti.

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Il testimone

Meneghello, chiamato sul banco dei testimoni dal pm Cristina Carunchio, ha ripercorso i drammatici fatti della mattina dell’omicidio. «Alle 7.15 ho sentito le dipendenti all’esterno urlare. Mia sorella mi dice che hanno ammazzato Rita. Corro nel parcheggio, e tra due auto scorgo il corpo di Rita a terra. All’improvviso, da dietro un’auto, spunta Pierangelo. “Che cavolo hai fatto” gli ho detto, e lui mi ha puntato la pistola mirando alla testa: era a due metri. Il tutto sarà durato 5 secondi, aveva gli occhi aggressivi, poi ha abbassato la pistola e se n’è andato». 

I Ris di Parma

Il tenente colonnello Matteo Donghi, che dirige la balistica ai Ris di Parma, ha confermato che bossoli e ogive hanno «un’alta collegabilità» con la pistola ritenuta l’arma dell’omicidio. Il maresciallo Stefano Orsenigo, del Ris, ha riferito degli esami sui vestiti indossati dalla vittima e dal presunto omicida. «I colpi – ha detto - sono stati sparati da una distanza tra 0,9 e 2 metri».

Le altre testimonianze

Edward Boakye Boateng e Samba Diao hanno ospitato la vittima nei giorni precedenti la sua morte. Il primo, che è stato anche testimone di nozze, ha riferito che venerdì 3 settembre ha ricevuto una telefonata da parte di Rita perché andasse a prenderla. «Litigavano perché lui le chiedeva soldi, ed anche perché lei era spesso al telefono: commerciava in prodotti per dimagrire che acquistava su internet. Prima di uscire la sorella ha suggerito a Pierangelo di farsi firmare dei documenti per la separazione. L’8 settembre Rita l’ha scorto vicino a casa nostra, ed ha deciso di andarlo a denunciare».

Il secondo è stato presente ad una telefonata, registrata dalla vittima e risentita ieri in aula, in vivavoce col marito che le chiedeva di ritornare a casa. «Ma lei aveva un appuntamento per trovarsi casa il sabato successivo: aveva paura di lui».

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La difesa

Ha in particolare insistito per sapere se Rita Amenze prima e durante l’occupazione al funghificio avesse altri lavori, e se realmente Meneghello fosse il titolare della ditta. Le parti civili (avvocato Quintarelli per la sorella Joy Amenze, e Elisa Filippi per i tre figli) se sapessero se aveva figli e parenti.

La cattura

Il vice brigadiere Marco Falliti, della stazione di Longare, ha raccontato la cattura. «Stavamo sorvegliando la sua casa a Villaga. Abbiamo incontrato un nipote del ricercato, ci ha detto che dietro c’era una casa disabitata dove teneva galline e cani. Siamo andati a vedere. Poco prima di andarcene ho udito una finestra socchiudersi. Lui era all’interno. Ho chiamato rinforzi e l’ho ammanettato. Cosa ha detto? “Mi hai tradito” riferendosi al nipote. Poi è rimasto muto». Il luogotenente dei carabinieri Antonio Capraro di Vicenza ha ripercorso infine le attività di polizia giudiziaria svolte. Sentita anche l’ex moglie Celestina Zaupa. 

 

Giorgio Zordan

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