<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Grumolo delle Abbadesse

Niente luminarie e così la cometa si illumina solo se c'è chi pedala

L'originale idea del parroco di Grumolo delle Abbadesse, don Stefano: una cyclette è collegata ad una dinamo.
La stella cometa di fianco alla canonica che si illumina a pedalata (Foto MARINI)
La stella cometa di fianco alla canonica che si illumina a pedalata (Foto MARINI)
La stella cometa di fianco alla canonica che si illumina a pedalata (Foto MARINI)
La stella cometa di fianco alla canonica che si illumina a pedalata (Foto MARINI)

Più pedali, più brilla la stella cometa. Non si tratta di una metafora natalizia, ma di una curiosa e originale iniziativa voluta e organizzata da don Stefano Giacometti, parroco di Grumolo delle Abbadesse, e da alcuni volontari dell’Unità pastorale. Nei giorni scorsi, di fianco alla chiesa grumolese, è stata installata una cyclette, da cui partono dei cavi collegati a loro volta attraverso una dinamo a una luminaria a forma di stella cometa, posizionata sul tetto del chiostro che divide la chiesa dalla canonica: pedalando sulla bicicletta senza ruote, è dunque possibile attivare un relè che accende le lampadine della stella.

Come è nata l'iniziativa

Un’iniziativa tanto singolare quanto simbolica, ribattezzata “Spegniamo le luci, non la luce”, che ha fatto colpo soprattutto in questi tempi di rincari energetici e di inevitabili rinunce alle luminarie natalizie. 
«L’idea è nata quasi per gioco - racconta don Stefano - a Grumolo non era mai stata fatta. Quest’anno in paese non potranno esserci le luminarie per il Natale a causa dei rincari sui costi dell’energia e a causa della conseguente necessità di risparmiare, ma come Unità pastorale non volevamo rinunciare alla luce della stella cometa, che soprattutto in questo periodo natalizio ha un significato di speranza». 
Ecco dunque nascere l’idea di “creare” la luce in una maniera alternativa ed ecologica, ovvero con l’energia cinetica: alcuni volontari della parrocchia hanno messo a disposizione la cyclette e creato il piccolo impianto che, tramite la pedalata, permette di alimentare una batteria, simile a una dinamo, che a sua volta accende le lampadine della stella cometa, visibile anche da lontano. 

Un volontario sulla cyclette e, sulla destra, il parroco don Stefano (Foto MARINI)
Un volontario sulla cyclette e, sulla destra, il parroco don Stefano (Foto MARINI)

Più si pedale, più la luce si diffonde

«Il titolo che abbiamo scelto per questa iniziativa è “Spegniamo le luci, non la luce” - continua il parroco -. È un gesto simbolico: più si pedala, più la luce si diffonde. In pratica, senza le persone, il Natale non si accende. Ogni singola persona può così dare luce al Natale, impegnandosi in prima persona per illuminare tutta la comunità in cui vive». Anche la collocazione della luminaria a forma di stella cometa non è stata casuale. «All’interno del chiostro stiamo allestendo la mostra dei presepi, ci sembrava quindi il luogo più adatto per collocare la stella». 

Chiunque può "salire in sella"

La bicicletta senza ruote è ora a disposizione di chiunque voglia fermarsi e farsi una pedalata per vedere la luce emessa dalla stella cometa. Chi vorrà, potrà anche farsi fare una fotografia mentre è in sella, per poi inviarla all’indirizzo mail dell’Unità pastorale di Grumolo, che provvederà a stamparla e ad esporla proprio all’interno della mostra dei presepi, a fianco della Natività. 

L’iniziativa, neanche a dirlo, trova il plauso del Comune: «Quest’anno abbiamo elaborato con la giunta una delibera sperimentale per il risparmio energetico - spiega Andrea Turetta, sindaco di Grumolo - e in linea con questa decisione abbiamo scelto di non installare e accendere le luminarie natalizie. Per l’amministrazione comunale significa risparmiare circa 7 mila euro, ovvero i soldi che stanziavamo ogni anno per il noleggio, l’installazione e il consumo energetico delle luminarie». 
Com’è risaputo, però, la necessità aguzza l’ingegno, e la trovata di don Stefano è stata subito «accolta molto favorevolmente. È una bella idea, io sono stato uno dei primi a provare la bicicletta. Poi questa iniziativa unisce l’utile al dilettevole - conclude ridendo il primo cittadino - perché pedalare fa bene, soprattutto a quelli come me che pesano quasi cento chili». 

Marco Marini

Suggerimenti