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Il delitto di Noventa

«Mi picchia e mi caccia». L’ultimo grido di Rita ventiquattro ore prima di morire

Rita Amenze aveva paura di quello che sarebbe diventato il suo assassino. Il giorno prima di cadere sotto i colpi di pistola esplosi dal marito, la donna si era presentata alla stazione dei carabinieri di Barbarano-Mossano per raccontare che Pierangelo Pellizzari, la settimana precedente, le aveva messo le mani addosso per cacciarla di casa. La trentenne di origini nigeriane era spaventata, tant’è che era andata subito ad abitare altrove, ma non aveva voluto sporgere denuncia.

I militari avevano comunque effettuato una serie di accertamenti, ma non erano risultati elementi per far scattare la procedura del “Codice rosso”. Avevano però invitato Amenze a contattare immediatamente il 112 se ne avesse avuto bisogno. Lei li aveva ringraziati ed era tornata a casa dell’amica che le aveva dato ospitalità. Il mattino seguente si è presentata al lavoro alla Mf Funghi di Noventa, ma ha trovato Pellizzari ad attenderla nel parcheggio dell’azienda. Il marito le ha sparato tre-quattro volte, uccidendola. È poi fuggito, ma è stato catturato dai carabinieri dopo una caccia all’uomo durato poco più di 24 ore. Adesso si trova in carcere, dove attende di essere interrogato dal giudice. 

 

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L’ultima lite tra marito e moglie, prima che lui decidesse di mettere fine alla vita di lei, era avvenuta il 3 settembre. Secondo quanto riferito da Amenze ai carabinieri di Barbarano-Mossano, quella sera Pellizzari si era infuriato appena lei era tornata a casa. La donna non aveva spiegato il motivo che aveva fatto perdere le staffe al marito. Pare che il loro rapporto si fosse definitivamente incrinato quando la donna aveva manifestato l’intenzione di portare in Italia i suoi tre figli, avuti da una precedente relazione, che abitano in Nigeria. Pellizzari le avrebbe gridato di andarsene e l’avrebbe spintonata nel tentativo di cacciarla di casa.

Amenze aveva detto chiaramente fin dal suo ingresso in caserma di non voler presentare una denuncia, anche perché non era la prima volta che litigavano. Ciò nonostante, i militari avevano avviato alcune verifiche. Per prima cosa avevano accertato che la donna non aveva riportato ferite durante quell’acceso diverbio. Dopodiché avevano escluso che ci fossero stati ricoveri ospedalieri per casi di maltrattamenti in famiglia. Per di più Amenze non abitava più sotto lo stesso tetto del coniuge. I carabinieri erano dunque giunti alla conclusione che non era un caso da codice rosso. Ma, anche se lo fosse stato e fosse scattata immediatamente la procedura prevista per contrastare le violenze di genere, purtroppo quasi certamente non sarebbe cambiato il tragico destino che attendeva la donna.

 

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Pellizzari, che in passato era già stato condannato a 4 mesi con la condizionale per aver picchiato la sua precedente compagna, aveva probabilmente pianificato il suo diabolico piano da giorni. Nonostante gli fosse stato ritirato il porto d’armi, si era infatti procurato una pistola (che deve ancora essere ritrovata). E, venerdì mattina, ha teso un agguato alla moglie. Appena l’ha vista arrivare nel piazzale della ditta, l’ha freddata ed è scappato. La sua fuga è però terminata sabato pomeriggio, quando è stato arrestato. 

 

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Valentino Gonzato

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