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ZOVENCEDO

Marchesini: «Cinque anni sono volati via, Mi ricandido per i giovani»

Il sindaco uscente si ripresenta per il prossimo mandato. «Sono i cittadini a chiedermi di proseguire»
Stefania Marchesini si ricandida alla carica di primo cittadino GUARDA
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Stefania Marchesini si ricandida a sindaco di Zovencedo. Imprenditrice nel settore del commercio edile, 47 anni, convivente con una figlia di 8 anni, proverà a farsi eleggere per il secondo mandato nel Comune che, con appena 800 abitanti sparsi tra il capoluogo e le frazioni di San Gottardo, Calto e Gazzo, detiene il primato di essere il più piccolo dei colli Berici; ma è anche il Comune in cui la probabilità che alle elezioni si presenti di nuovo una lista unica è piuttosto alta. «Ci sono tutte le premesse per poter affermare che anche alle prossime elezioni comunali per Zovencedo ci sarà un’unica lista. Sarebbe la terza volta consecutiva», spiega infatti Marchesini.

Sindaco, perché si ricandida?
Questi 5 anni sono trascorsi molto velocemente, anche troppo, con la parentesi della pandemia che ha rallentato la realizzazione del programma che vogliamo portare a termine con la stessa energia. Sono gli stessi cittadini che chiedono di continuare a lavorare per il bene del paese come fatto finora. La squadra che è stata al mio fianco in questo mandato vedrà quasi tutte conferme, con alcune fisiologiche sostituzioni e avvicendamenti. Con me ci sarà senz’altro anche l’attuale vicesindaca Milena Tognetto.

Alla guida di un piccolo comune

Che significa amministrare un Comune tra i più piccoli della Provincia?
Vuol dire governare facendo i conti con una forte carenza di strutture e di personale. Per gli amministratori significa lavorare in una sorta di volontariato e spendersi molto in prima persona per la comunità, chiamati a esercitare anche funzioni che in genere non si svolgono, come, nel mio caso, accompagnare i bambini sullo scuolabus, per ottimizzare i costi per Comune e famiglie.

Vuol dire anche fare rete?
Precisamente. A Zovencedo, infatti, non abbiamo delle grandi realtà economiche che alzano le entrate municipali per cui governare in questo contesto vuol dire saper anche puntare a fare rete con gli altri Comuni e le istituzioni presenti nel territorio, da qui un sistema di convenzioni, come quella per il trasporto scolastico con Val Liona.

La fusione può essere una risposta?

La fusione con un altro comune non potrebbe essere una soluzione per ottimizzare costi e servizi?
Non sono contraria a priori alla fusione ma penso che sia un passo importante e che per questo debba essere valutato in maniera approfondita e solamente se i cittadini se la sentiranno.

Piccolo è bello ma poi bisogna fare i conti con le risorse, come pensa di fare?
Finora abbiamo cercato, e con successo, di approfittare di bandi e di contributi pubblici. In questi anni abbiamo portato a casa quasi 800 mila euro, più o meno mille euro per abitante. Sono stati soldi che ci hanno permesso di ristrutturare la scuola dell’infanzia di San Gottardo, per quasi metà degli importi. Ora abbiamo un edificio moderno, a basso consumo energetico, e che attira iscrizioni anche da fuori Comune invertendo la tendenza al calo degli ultimi anni. Con i contributi abbiamo sistemato la sede municipale con impianto fotovoltaico e riscaldamento a basso consumo, così come la messa in sicurezza di strade e il restauro dell’ambulatorio medico, che ha riaperto.

Il programma

Cosa resta da fare quindi per il paese nel caso in cui venisse rieletta?
Tra le cose principali restano da sistemare gli impianti sportivi di San Gottardo, le asfaltature di altre strade, realizzare il circuito di videosorveglianza, lanciare il sito archeologico del Cuoleto de Nadal, con gli importanti ritrovamenti dei resti dell’uomo di Neanderthal, così come la Cava de Cice e i nostri punti di forza culturali e turistici. Stiamo, inoltre, valutando l’avvio di una comunità energetica puntando fortemente sull’energia green e i vantaggi in termini di risparmi in bolletta per i cittadini. Infine, sempre tra le prime cose, più attenzione allo sport e ai giovani, che sono il nostro futuro.

Matteo Guarda

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