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LONIGO

Padre e due figli sul lettino. È la famiglia del dono del sangue

Claudio, Kevin e Mirko Marcazzan (e mancava la sorella Mary) si sono presentati insieme in ospedale per la Fidas leonicena
I Marcazzan: Claudio con i due figli subito dopo aver donato il sangue insieme L.Z.
I Marcazzan: Claudio con i due figli subito dopo aver donato il sangue insieme L.Z.
I Marcazzan: Claudio con i due figli subito dopo aver donato il sangue insieme L.Z.
I Marcazzan: Claudio con i due figli subito dopo aver donato il sangue insieme L.Z.

Quando si tratta di donare il sangue, la famiglia Marcazzan di via Sisana si mobilita in massa. Nei giorni scorsi, nel centro trasfusionale dell’ospedale di Lonigo, le tre postazioni per i prelievi sono state tutte occupate dai componenti di un unico gruppo famigliare: il padre, Claudio Marcazzan, e i figli Kevin di 27 anni e Mirko di 20. Un en plein che ha colpito la Fidas, l’associazione della quale i Marcazzan sono fedeli e concreti sostenitori. «Non sempre - dice la presidente leonicena della Fidas Vanna Granetto - gli atti di emulazione sono negativi. Nella società in cui viviamo siamo portati, spesso, a pensar male, ma non di rado ci sono degli esempi che rappresentano come il cuore di molte persone batta forte e sia anche in grado di trasferire questa passione ai propri figli».

Un gesto importante

Per Claudio Marcazzan, il suo gesto non ha nulla di straordinario. «Ho iniziato 30 anni fa - spiega - convinto che fosse giusto mettersi a disposizione di chi ha necessità di aiuto e pensando che avrei potuto anch’io, un giorno, avere bisogno di una trasfusione. I figli mi hanno sempre visto partire ogni tanto per l’ospedale e gli è sembrato naturale seguire le mie orme. Devo dire che anche dalla scuola hanno sempre ricevuto i giusti stimoli per impegnarsi. Stavolta le date utili per i prelievi si sono sincronizzate e, finita la vendemmia, siamo andati insieme a donare. Mi sono fatto fare una foto per avere un ricordo a titolo personale».

Nella foto manca un altro membro della famiglia, la figlia Mary, 24 anni. «Lei è stata per qualche mese all’estero e non ha potuto donare nel nostro ospedale - comunica il papà -. Adesso è tornata a casa ed entrerà di nuovo nella squadra».
Come sottolineato dal capo famiglia, l’esempio fornito da lui e dai figli può diventare un ottimo mezzo di propaganda. «Abbiamo assistito - continua Granetto - a un esempio di grande generosità e, per di più, di una generosità che il padre è riuscito a trasferire ai figli».

L'attività di Fidas

L’attività di Fidas, e delle altre associazioni nel territorio, conta a livello divulgativo sull’azione di una rete di volontari, che spesso sono gli stessi donatori, sia quelli ancora attivi che altri non più “in servizio” per raggiunti limiti d’età. Fondamentale rimane il ruolo educativo della famiglia, come dimostra il caso della famiglia Marcazzan. «Intraprendere la “carriera” di donatore di sangue – conclude la presidente - non è una cosa che tutti sono disposti a fare, ma la presenza di oltre 18 mila donatori Fidas nella nostra provincia dimostra che compiere questo gesto di generosità e benessere non è poi un’impresa impossibile».

Lino Zonin

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