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Longare

L'ex cava del Volto diventerà un parco

L'area abbandonata da decenni sarà riqualificata grazie a un finanziamento di Fondazione Cariverona
L'ex cava del Volto, sui colli Berici, rinascerà
L'ex cava del Volto, sui colli Berici, rinascerà
L'ex cava del Volto, sui colli Berici, rinascerà
L'ex cava del Volto, sui colli Berici, rinascerà

Viene salutato come un "successo di paese e amministrativo", il conseguimento del finanziamento di 260 mila euro dal bando Capitale naturale di Fondazione Cariverona, utile per recuperare l'area dismessa della ex-cava del Volto: il sito diventerà, entro qualche anno, un parco pubblico d'importanza naturalistica.

L'annuncio dato dal primo cittadino di Longare, Matteo Zennaro, focalizza il finanziamento della Fondazione su «progetti finalizzati alla tutela del capitale naturale, evidenzia una visione lungimirante e la consapevolezza dell'importanza di preservare la biodiversità e gli equilibri ecologici». «L'iniziativa - continua Zennaro - è coerente con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 e la strategia per la biodiversità dell'Unione europea, dimostrando un impegno concreto e un esempio virtuoso nel contribuire alla realizzazione di questi obiettivi globali. Questo successo rappresenta un vantaggio tangibile per Longare, e sottolinea l'efficacia di iniziative locali incentrate sulla sostenibilità ambientale».

Il futuro progetto, sviluppato in collaborazione con lo studio Adaptev, è dedicato alla rinaturalizzazione di una zona collinare dei colli Berici alle spalle del centro di Longare, che per decenni ha subito lo sfruttamento umano nell'estrazione della pietra tenera, lasciando una visibile cicatrice lungo il pendio del monte. Un primo tentativo di bonifica e riqualificazione, più di un ventennio fa, si era poi arenato, fino all'annuncio del Comune che si riprende di fatto il futuro di questo luogo ad oggi inselvatichito.

«Cuore del progetto - spiega il sindaco Zennaro - è la volontà di consolidare il programma "Lifecolli Berici Natura 2000", già applicato nell'area. Per raggiungere questo obiettivo, sono state pianificate una serie di azioni mirate e strategiche. La demolizione delle superfici pavimentate esistenti è stata progettata per riconnettere l'area al suo contesto ambientale circostante, creando un ambiente più armonioso e integrato. Il diradamento della vegetazione esistente e l'eliminazione di specie non native sono passi fondamentali per promuovere la rigenerazione naturale e favorire il ritorno di specie vegetali autoctone».

«La piantumazione di nuove specie - prosegue nella spiegazione del progetto - contribuirà ulteriormente ad arricchire la biodiversità locale. Parallelamente, la manutenzione dei sentieri, con uno sguardo particolare all'utilizzo educativo, garantirà che l'area possa essere apprezzata e compresa dalla comunità locale e dai visitatori. La creazione di un piano di gestione pluriennale è un passo cruciale per garantire la sostenibilità a lungo termine delle iniziative di rinaturalizzazione. Una componente chiave del progetto è l'attività di comunicazione e sensibilizzazione con alcuni partner dedicati, come il Wwf Vicenza-Padova e il dipartimento Dais dell'università Ca' Foscari di Venezia, che contribuiranno con le loro competenze e con un supporto essenziale a valorizzare il capitale naturale».

L'unica incognita è a questo punto quella relativa ai tempi di realizzazione dell'importante progetto ambientale: «Entro due anni al massimo - conclude a tal proposito il primo cittadino - e vedremo risorgere quest'area».

Antonio Gregolin

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