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Acqua meno cara grazie alla fusione

L’acqua domestica è meno cara dopo la fusione. ARCHIVIO
L’acqua domestica è meno cara dopo la fusione. ARCHIVIO
L’acqua domestica è meno cara dopo la fusione. ARCHIVIO
L’acqua domestica è meno cara dopo la fusione. ARCHIVIO

Saranno ridotte le bollette dell’acqua pagate ad Agugliaro, Alonte, Asigliano, Campiglia, Orgiano, Pojana, Sarego, Val Liona e Zovencedo, i Comuni dell’Area Berica e dei dintorni che nel proprio territorio hanno come gestore del servizio idrico integrato Acquevenete, la nuova società nata un anno fa dalla fusione di Centro veneto servizi e Polesine Acque. La decisione è stata presa nel corso dell’approvazione del primo bilancio consuntivo relativo all’anno passato dall’assemblea dei sindaci. «L’ammontare del taglio delle bollette, già per l’anno 2018 – fa sapere il presidente di Acquevenete, Piergiorgio Cortellazzo - è stato fissato nella misura del 2 per cento, con la previsione di mantenere la tariffa invariata anche per il 2019. Era uno degli impegni previsti dal progetto di fusione, che ora possiamo dire di aver realizzato». Il risultato è un delle conseguenze della fusione tra i due enti. «Il bilancio che è stato approvato mette nero su bianco lo stato di salute della società e i risultati raggiunti grazie alla fusione tra Cvs e Polesine Acque – sottolinea il Cortelazzo -. Acquevenete si è dimostrata una scommessa vincente: tutti gli indicatori economici e finanziari ora attestano i primi miglioramenti ottenuti, rispetto ai precedenti gestori idrici. Queste performance ci consentono di affrontare le sfide della fusione. E la prima si è già concretizzata con la riduzione tariffaria, già deliberata: proprio grazie a questo sano ed efficiente bilancio si è potuta realizzare la promessa di un contenimento delle bollette, che i sindaci avevano legato all’approvazione del progetto di fusione». Il totale delle riduzione è pari a circa 9,6 milioni di euro a cui Acquevenete ha rinunciato per lasciare questo importo nelle tasche dei propri utenti. Ma il bilancio del nuovo gestore ha lasciato spazio per un incremento degli investimenti, in particolare per le opere volte a fronteggiare l’emergenza Pfas nella Zona rossa. Dei quasi 20 milioni di euro per nuove opere, 12.360.431 euro sono stati nel 2017 gli investimenti nel territorio dell’Ato Bacchiglione. Con investimenti per nuove condotte a 8.420.714 euro, per fognature a 5.492.026 euro e depurazione per 4.502.661 euro. «Il primo bilancio di Acquevenete – commenta la componente vicentina del Cda, Paola Fortuna, sindaco di Pojana - testimonia una società estremamente sana ed efficiente, segno che la fusione è stata un’operazione lungimirante e che porterà a un miglioramento del servizio offerto ai nostri cittadini. Per il territorio vicentino, ci conforta l’impegno ribadito dalla società nel campo degli investimenti, in primis per il problema Pfas: già oggi i livelli di perfluoroalchiliche nell’acqua erogata sono sostanzialmente pari a zero e, grazie ai progetti messi in campo da Acquevenete, possiamo puntare a rifornire i nostri utenti con un’acqua proveniente da falde completamente estranee alla contaminazione». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Guarda

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