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Vicenza

Vuol fare una donazione: le spillano 123 mila euro

Antonella, 77 anni, è una pensionata arzilla e in gamba. Grazie al nipote, è in grado di inviare un bonifico con il cellulare, e di utilizzare l’home banking. Non solo: è una pensionata generosa, che dona una parte dei suoi risparmi in iniziative solidali. Per questo non era rimasta stupita quando aveva ricevuto una telefonata da parte di un sedicente volontario di un’associazione che combatte le malattie degli occhi nei bambini poveri dei Paesi sub-sahariani, perché di frequente partecipa alle loro campagne. «Signora Antonella, con un’offerta speciale di 123 euro lei potrà far completare un ciclo di cure ad uno dei bambini che seguiamo». La vicentina aveva chiesto del tempo per pensarci; quando, qualche giorno dopo, il supposto volontario l’aveva ricontattata, aveva risposto di sì. Solo che si trattava di una truffa, e ben congegnata: la pensionata ci ha rimesso qualcosa come 123 mila euro, che ha spedito lei stessa ad un iban collegato ad una banca ucraina, e che probabilmente ora sono finiti nelle mani di una banda di pirati informatici internazionali. Per questo, nonostante la tempestiva denuncia in questura, per Antonella pensare di recuperare i suoi risparmi sarà un’impresa impossibile. 
I fatti, così come sono stati denunciati, risalgono alla primavera scorsa. Per Antonella, impiegata in pensione, che abita nella zona di San Bortolo, ricevere le chiamate di associazioni alle quali fa delle offerte è abbastanza consueto. Sono una decina le onlus che aiuta, con offerte più o meno consistenti. Una delle “storiche”, per lei, è quella che punta a debellare alcune serie malattie degli occhi nei bimbi dei Paesi più poveri. Pertanto, la chiamata ricevuta da tale Gianfranco che le proponeva, anziché una serie di piccole donazioni, un unico bonifico per un ciclo di cure completo, l’aveva convinta. Ora, come il truffatore sia stato in grado di sapere che la vicentina è fedele a quella onlus (che, come ha appurato poi la vittima, che l’ha chiamata in sede, è del tutto estranea al raggiro) è affare da inquirenti. 
Nella seconda chiamata, Gianfranco ha proposto alla pensionata di effettuare un bonifico usando l’home banking. «Va bene, ho la app sul telefonino», ha risposto la pensionata. Che, con la cornetta del telefono fisso su una mano e il cellulare nell’altra, ha seguito passo passo le indicazioni del malvivente. Il quale le aveva ripetuto più volte la cifra da indicare, ma la pensionata non si sarebbe resa conto che c’erano troppi zeri prima della virgola. Così, anziché 123 euro, ne ha spediti 123 mila; e al messaggino della banca che le chiedeva se era davvero lei ad effettuare la transazione aveva risposto di sì. Antonella ha indicato chiaramente il numero di iban che le è stato dettato al telefono dall’infame delinquente, che non corrispondeva a quello della onlus, ma che è collegato ad un conto in Ucraina da dove - è stato ricostruito - la somma è stata immediatamente trasferita altrove. 
La vittima si è accorta del pesante raggiro solamente quella sera, alcune ore dopo. Il nipote è andato a trovarla e lei gli ha raccontato del bonifico fatto con lo smartphone. Controllando le notifiche, il giovane si è accorto dell’importo, e Antonella è sbiancata. Le verifiche compiute l’indomani hanno fatto capire che era una beffa.

Diego Neri

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