Vince chi aveva perso. Perde chi aveva vinto. Da decenni succede così: alle elezioni politiche gli italiani bocciano i partiti che hanno governato e si affidano a chi era all’opposizione. Stavolta toccherà a Fratelli d’Italia prendersi sul groppone il variegato schieramento di centrodestra, più destra che centro, e proporre la ricetta di governo ritenuta adatta a risolvere i problemi. Questo, almeno, è quello che emerge dagli exit poll, a urne appena sigillate. Giorgia Meloni è l’unica a essere stata sempre all’opposizione nella passata legislatura e ora gli elettori ne hanno fatto la candidata in pole per ricevere da Mattarella l’incarico di formare il governo. Prima donna e più a destra di tutti i predecessori.
Tutti gli altri hanno perso, chi più, chi meno. Il paradosso è che Lega (quella di Salvini), pur bastonata, e Forza Italia resteranno al governo, sia pure sul sellino posteriore. Il Pd paga dazio per non essere stato percepito, a seconda dei punti di vista, sufficientemente di sinistra o sufficientemente di centro, regalando una buona metà campo su cui giocare alla coppia Calenda-Renzi, inventori del terzo polo, e rianimando pure il M5S di Conte, pure dimezzato rispetto al 2018 ma reinventato baluardo della sinistra senza pochette. Il difficile, per tutti, viene ora.