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L'editoriale

Vince chi aveva perso. Perde chi aveva vinto

Panoramica dell'aula della Camera in occasione di una seduta congiunta del Parlamento, in una foto d'archivio
Panoramica dell'aula della Camera in occasione di una seduta congiunta del Parlamento, in una foto d'archivio
Elezioni 2022, l'analisi del direttore del GdV Marino Smiderle

Vince chi aveva perso. Perde chi aveva vinto. Da decenni succede così: alle elezioni politiche gli italiani bocciano i partiti che hanno governato e si affidano a chi era all’opposizione. Stavolta toccherà a Fratelli d’Italia prendersi sul groppone il variegato schieramento di centrodestra, più destra che centro, e proporre la ricetta di governo ritenuta adatta a risolvere i problemi. Questo, almeno, è quello che emerge dagli exit poll, a urne appena sigillate. Giorgia Meloni è l’unica a essere stata sempre all’opposizione nella passata legislatura e ora gli elettori ne hanno fatto la candidata in pole per ricevere da Mattarella l’incarico di formare il governo. Prima donna e più a destra di tutti i predecessori.

Tutti gli altri hanno perso, chi più, chi meno. Il paradosso è che Lega (quella di Salvini), pur bastonata, e Forza Italia resteranno al governo, sia pure sul sellino posteriore. Il Pd paga dazio per non essere stato percepito, a seconda dei punti di vista, sufficientemente di sinistra o sufficientemente di centro, regalando una buona metà campo su cui giocare alla coppia Calenda-Renzi, inventori del terzo polo, e rianimando pure il M5S di Conte, pure dimezzato rispetto al 2018 ma reinventato baluardo della sinistra senza pochette. Il difficile, per tutti, viene ora.

Marino Smiderle

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