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Vicenza

Vignetta sessista
contro le animaliste
Bufera su Berlato

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Il vicentino Sergio Berlato di Fdi, consigliere regionale
Il vicentino Sergio Berlato di Fdi, consigliere regionale
Il vicentino Sergio Berlato di Fdi, consigliere regionale
Il vicentino Sergio Berlato di Fdi, consigliere regionale

Il vicentino Sergio Berlato, capogruppo di Fratelli d'Italia in consiglio regionale, è finito sotto accusa per una vignetta sessista pubblicata la notte di Natale sulla sua pagina Facebook, dedicata "a tutte le signorine animaliste e vegane" che lo hanno criticato per il fatto di essere un "appassionato cacciatore". Berlato, infatti, è stato eletto a luglio scorso presidente dell'Associazione dei cacciatori veneti.

Un post poi cancellato dal prossimo eurodeputato (entrerà in carica dopo la fuoriuscita della Gran Bretagna per la Brexit). Polemiche che avranno conseguenze anche legali: Rinaldo Sidoli, portavoce di Alleanza Popolare Ecologista (Ape), ha annunciato un esposto alla Procura di Roma per il reato di diffamazione anticipando che «potrà essere sottoscritto da tutte le donne che si sono sentite offese e diffamate»

 

LE REAZIONI. «ll giorno di Natale il consigliere regionale, Sergio Berlato, attraverso la sua pagina Facebook ha dedicato una vignetta "a tutte le signorine animaliste e vegane" con degli insulti sessisti che vanno oltre alla libera critica politica - rivela Sidoli - Presenteremo questa mattina un esposto. Non è cancellando il post dai social che si rimedia a un’aggressione gratuita alla sensibilità del gentil sesso. Ci auguriamo che nelle prossime ore arrivino delle scuse da Fratelli d’Italia». 

 

APPELLO ALLA MELONI. Un appello è stato rivolto anche a Giorgia Meloni perché prenda le distanze dalle affermazioni denigratorie di Berlato verso l’impegno di volontarie a difesa degli animali. «Simili volgarità non dovrebbero appartenere al linguaggio di un rappresentato dello Stato. In quelle poche parole vi è racchiuso un razzismo viscerale contro tutto il genere femminile. Una ironia che scade nel triviale per noi è inaccettabile».

A condannare il post del consigliere veneto, invitando Meloni a prenderne le distanze, è anche Alessia Morani, sottosegretaria del Pd allo Sviluppo economico.

 

LA REPLICA. «Ho eliminato il post delle ragnatele solo per evitare squallide strumentalizzazioni a danno del partito, non prima di averne salvato una copia integrale con tutte le inqualificabili offese e le inaccettabili minacce, anche di morte, a cui sono stato sottoposto assieme ai componenti della mia famiglia da parte degli animalisti». Ribatte così il consigliere veneto di Fdi Sergio Berlato alle polemiche nate da una vignetta postata su Facebook.

«Sarà mia cura farne pervenire tempestivamente copia alle autorità competenti - aggiunge - unitamente alla mia denuncia querela per diffamazione aggravata e minacce per la quale ho già fornito mandato ai miei legali».

 

FORUM DELLE DONNE. Non si è fatta attendere la presa di posizione del Forum delle Donne Veneto - Articolo UNO: « Se Berlato sostiene di essere stato minacciato e offeso da "signorine animaliste e vegane" trova la nostra solidarietà e ha tutto il diritto di rispondere , ma se lo fa offendendo, allora no, il "signorino" Berlato, non è sulla strada giusta».

 

«Allora, visto che si parla di caccia, di donne, di un consigliere regionale che le sfotte pubblicamente tutte - prosegue la nota del Forum delle Donne - chiediamo a Luca Zaia, in qualità di Presidente della Regione ,cosa ne pensa di questa vignetta, se e come intende muoversi in consiglio regionale contro tale penosa esternazione. Gli chiediamo di prendere le distanze: Berlato è pur sempre un suo alleato di governo. E dato che ci siamo, cogliamo l’occasione per chiedere a Zaia se ha intenzione di continuare a finanziare con soldi pubblici le lobby della caccia o se non pensa, piuttosto, che sia meglio investire tali fondi in opere utili alla cittadinanza».

 

DAL CONSIGLIO VENETO. Anche Cristina Guarda, consigliera regionale del Veneto è intervenuta sul post pubblicato da Berlato, con il quale si è recentemente scontrata durante il dibattito in aula consiliare circa le misure di contenimento della presenza del lupo sulle montagne venete e quelle per il contrasto all'emergenza climatica. «Stop alle offese contro le donne, Berlato si scusi: non contraddica i doveri di un buon politico e buon cristiano». 


«Il fatto è gravissimo specialmente perché arriva da un esponente politico che in quanto componente di una istituzione come il Consiglio regionale, dovrebbe essere di esempio e avere a cuore il Bene Comune, invece di incitare alla divisione. Segnali gli utenti offensivi, inaccettabili, e cambi anzitutto il suo metodo comunicativo se vuole il bene dei Veneti ed Italiani, invece di scegliere la strada dell'umiliazione della donna: una scelta gravissima perché contribuisce a lanciare un pericoloso messaggio di discriminazione di genere, anticamera di violenza verbale o fisica».

 

IL PD. «Non ci sono parole per descrivere la sua bassezza - commenta Alessia Rotta, vicepresidente vicaria del Gruppo Pd alla Camera - Speriamo si dissoci Giorgia Meloni».

 

Andrea Zanoni, consigliere regionale del gruppo PD del Veneto aggiunge: «Sono insulti sessisti volgarissimi, triviali, non certo degni di un rappresentante delle istituzioni, tra l’altro Berlato non è un semplice consigliere regionale ma il presidente della Commissione Agricoltura e Caccia in Consiglio regionale, il Presidente del Gruppo consiliare Veneto di Fratelli d’Italia e il Coordinatore Veneto del medesimo partito. È un post contro le donne, contro le volontarie animaliste. Mi auguro che Zaia in qualità di Presidente della Regione, Fratelli d'Italia e Giorgia Meloni prendano le distanze e condannino questo “regalo” di Natale del rappresentante più estremista del mondo venatorio del. Veneto».

 

La senatrice Daniela Sbrollini: «Con quella vignetta postata Berlato ha stonato.  Proprio il giorno di Natale. È scaduto nel sessismo. Un atteggiamento deprecabile in generale. Inqualificabile in un uomo delle istituzioni. Ha offeso tutte le donne, si è dimostrato di pessimo gusto».

 


 

 

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