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Il sopralluogo

Allarme carceri: «Situazione esplosiva». E adesso la droga arriva per pacco postale

I rappresentanti dell’Uspp e la consigliera regionale della Lega, Maino, in visita al “Del Papa”.
L’ingresso del penitenziario “Del Papa”: sono numerosi i problemi che sono stati segnalati FOTO ARMENI
L’ingresso del penitenziario “Del Papa”: sono numerosi i problemi che sono stati segnalati FOTO ARMENI
L’ingresso del penitenziario “Del Papa”: sono numerosi i problemi che sono stati segnalati FOTO ARMENI
L’ingresso del penitenziario “Del Papa”: sono numerosi i problemi che sono stati segnalati FOTO ARMENI

Droga, violenza, caos. Tra celle date alle fiamme (gli ultimi episodi il 2 e 3 gennaio), episodi di autolesionismo (180 all’anno) e pacchi con lo stupefacente che “entrano” attraverso i familiari, nel carcere di Vicenza la misura è colma. Una polveriera pronta a esplodere, come denuncia l’Uspp - l’Unione dei sindacati di polizia penitenziaria - che ieri mattina con il segretario regionale del Triveneto Leonardo Angiulli (e con il segretario provinciale Andrea Nicoli e il consigliere nazionale Mauro Cirelli) ha effettuato un sopralluogo al Del Papa. Con loro, in rappresentanza della Regione, c’era la consigliera regionale di Lega- LV Silvia Maino. Una visita che segue, di pochi giorni, gli ultimi disordini verificatisi all’interno della casa circondariale, ovvero il duplice incendio appiccato da un detenuto a distanza di ventiquattro ore, il 2 e 3 gennaio.

Il sopralluogo

«Come ho potuto appurare io stessa, la cella è stata totalmente distrutta e solo il pronto intervento degli agenti in servizio ha evitato il peggio». sottolinea Maino al termine del giro di perlustrazione. Una ricognizione definita «di carattere urgente, per portare la mia solidarietà e di tutto il consiglio regionale del Veneto agli agenti di polizia penitenziaria, dopo i gravi fatti accaduti, che hanno messo in pericolo sia il personale che vi lavora dentro che gli stessi detenuti presenti», ribadisce Maino, che lo scorso marzo ha depositato una mozione per chiedere di dotare i poliziotti di taser per difesa personale.

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Danneggiamenti e autolesionismo

Roghi, ma non solo: ogni anno, solo nel sito circondariale berico, sono 80 i danneggiamenti, 92 le violazioni delle norme penali e 180 le azioni di autolesionismo messe in atto da chi è recluso. Praticamente uno ogni due giorni. Ferite, lesioni, traumi che richiedono spesso ricovero ospedaliero e che portano ulteriore scompiglio in un edificio dove convivono tre livelli di detenzione: reclusione (36 soggetti), alta sicurezza (86) e media sicurezza (267). In tutto 389 utenti (la capienza massima della struttura di via Dalla Scola sarebbe di 310) in cui si contano però almeno 40 casi psichici, il più delle volte responsabili degli atti vandalici e delinquenziali. Soggetti che, evidenzia Angiulli, non dovrebbero nemmeno stare in prigione, perché pericolosi per sé stessi e per gli altri. Agenti che però, da troppo tempo, sono in netta inferiorità numerica rispetto alle necessità. A fronte dei 389 detenuti ci sono infatti solo 187 operatori. «Dall’apertura del nuovo padiglione - spiega Angiulli – si sarebbero dovute avere settanta unità in più, invece siamo ancora sotto organico, con agenti costretti a turni estremi: ad oggi ci sono 6.277 giorni di congedo arretrati e 1.254 giorni di riposo da recuperare».

Carenza di risorse

Una carenza di risorse che si traduce in serie difficoltà di gestione del servizio carcerario, tanto più che, da quattro anni, il Del Papa è sprovvisto di un direttore effettivo: «Non ce n'è uno nominato, praticamente cambia ogni giorno e a questo si aggiunge il disagio di dover dividere il comandante di polizia penitenziaria (Giuseppe Testa, ndr) con Rovigo, tre giorni a settimana», prosegue Angiulli. In questo contesto difficile, si complica anche la macchina dei controlli verso l’esterno, con sempre più visitatori (parenti in primis) che tentano di introdurre in carcere droga, cellulari e materiali illeciti. «I sequestri di stupefacente occultati nei pacchetti portati dai familiari sono aumentati considerevolmente nell’ultimo periodo», conferma Angiulli. Idem per quanto riguarda i telefoni cellulari, richiestissimi dai detenuti per poter comunicare con il mondo di fuori. A poco servono gli armadietti installati di fronte all’ingresso, sotto alla pensilina che funge da sala d’attesa. In quei mobiletti, infatti, i visitatori dovrebbero lasciare in custodia i telefonini e i dispositivi elettronici, prima di entrare nella sala degli incontri. Ma il rischio di infiltrazioni illegali arriva anche dai pacchi che, quotidianamente, vengono recapitati a mezzo corriere, come testimonia un furgone che, nella tarda mattinata, si ferma di fronte al portone della prigione, per consegnare alla portineria un carico di scatoloni con regali e generi di conforto per i reclusi.

 

Giulia Armeni

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