<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Aulla vicenda di Quinto

Variati: «Vince il buon senso, il sindaco non sia capro espiatorio»

Il commento dell’europarlamentare ed ex sindaco di Vicenza sull’assoluzione del primo cittadino, Renzo Segato, ritenuto responsabile di lesioni colpose.

Il commento dell’europarlamentare (ed ex sindaco di Vicenza), Achille Variati, sull’assoluzione del sindaco di Quinto Vicentino, Renzo Segato, ritenuto responsabile di lesioni colpose poiché una donna, camminando, era inciampata in un piccolo gradino davanti ad un tombino sul marciapiede, era caduta ed era rimasta ferita.

 «Ogni tanto vince il buon senso. Il sindaco di Quinto Vicentino, Renzo Segato, due anni fa era finito suo malgrado sui giornali di tutta Italia. Dopo che un giudice di pace lo aveva condannato a pagare 300 euro di multa perché una cittadina era inciampata in una piccola imperfezione davanti a un tombino, sul marciapiede. La signora era caduta, si era fatta male, e aveva denunciato il comune. Non è che ci fosse una voragine: c’era un microscopico dislivello che nessuno aveva mai notato né segnalato. In prima battuta il giudice aveva riconosciuto colpevole, come rappresentante legale dell’ente, il sindaco. Che ha però ha fatto, io credo giustamente, ricorso. Vincendolo. La Cassazione ha annullato la condanna e imposto che il caso venga riesaminato».

«Renzo Segato lo ha detto chiaramente: «Ho fatto questa battaglia per tutelare l'immagine e la figura istituzionale del sindaco» - prosegue Variati in una nota -. Ha ragione. Qua non si tratta di pretendere impunità per nessuno, ma di affermare un principio sacrosanto. I sindaci e in generale gli amministratori locali, che sono l’articolazione dello Stato più vicina ai cittadini e ai loro problemi di ogni giorno, non possono diventare il parafulmine per tutto quello che non va. Fino al paradosso di ipotizzare che sia loro imputabile un’imperfezione di pochi millimetri in prossimità di un marciapiede». 

E conclude: «Quando ero al ministero dell’Interno come sottosegretario con delega agli Enti Locali avevo avviato una riforma normativa proprio su questo fronte. Proprio perché conosco bene quali sono le grandi responsabilità che i sindaci devono caricarsi sulle spalle, spesso con personale insufficiente - specie nei comuni piccoli e piccolissimi. E una cosa è assumersi le proprie responsabilità, un’altra diventare il capro espiatorio delle troppe demagogie di un mondo in cui anche per un semplice inciampo cerchiamo un colpevole da accusare e punire».

Suggerimenti