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Vicenza

Vanessa, l'influencer trovata senza vita a 23 anni. L'autopsia: «Morta per overdose». Si cerca il pusher

La vittima: Vanessa Bruno, 23 anni, abitava a Vicenza
La vittima: Vanessa Bruno, 23 anni, abitava a Vicenza
La vittima: Vanessa Bruno, 23 anni, abitava a Vicenza
La vittima: Vanessa Bruno, 23 anni, abitava a Vicenza

La morte di Vanessa Bruno, l'influencer 23enne trovata senza vita lo scorso 8 gennaio in una casa popolare di viale Astichello, è stata causata da un'overdose. Lo ha stabilito il medico legale che ha effettuato l'autopsia e gli esami tossicologici disposti dalla procura, confermando i sospetti degli inquirenti. Si aggrava dunque la posizione dei due indagati: Roberto Ferronato, 50 anni, l'inquilino dell'appartamento teatro della tragedia, e Rashiti Besnik, 32 anni, cittadino originario dell'ex Jugoslavia, che aveva accompagnato la ragazza in quello che, per la squadra mobile, era un covo di spaccio. Per questo motivo Ferronato rischia ora di perdere l'alloggio. L'intitolazione del fascicolo aperto dal pubblico ministero Alessandra Block è per "morte come conseguenza di altro reato". Gli inquirenti vogliono scoprire chi ha ceduto lo stupefacente a Vanessa.

La disgrazia Il decreto del ministro della giustizia Cartabia stabilisce che possa essere solo il procuratore a decidere quali informazioni devono essere divulgate ai giornalisti e la procura non ha mai riferito nulla sulla vicenda. Secondo quanto è stato comunque possibile ricostruire, la sera del 7 gennaio Vanessa, famosa anche nell'ambiente della musica trap, si sarebbe presentata a casa di Ferronato, noto alle forze dell'ordine per spaccio, che abita in un alloggio del Comune in viale Astichello. «È arrivata a casa mia assieme a un mio amico (Besnik, ndr) e mi ha chiesto un posto per dormire», aveva raccontato Ferronato. Aveva negato che quella sera fosse stata consumata droga e aveva aggiunto che, dopo aver mangiato una pizza, Vanessa si sarebbe addormentata sul divano-letto. L'allarme Dopo diverse ore Ferronato si sarebbe insospettito perché l'amica era «ancora sdraiata nella stessa posizione, l'ho toccata e ho sentito che era fredda». A quel punto, sarebbe partita la telefonata al 118. La morte della ragazza è stata dichiarata dal Suem attorno alle 18 dell'8 gennaio, il giorno successivo al suo arrivo in quell'appartamento. In viale Astichello si erano dunque presentate le pattuglie delle volanti, la scientifica e la squadra mobile. Sul corpo della ragazza non erano state riscontrate ferite. I poliziotti avevano parlato con Ferronato e con altri residenti mentre gli esperti della scientifica avevano passato al setaccio l'appartamento. Nel corso dell'ispezione non erano state trovate tracce di sostanze stupefacenti, ma le indagini dei detective guidati dal vice questore Lorenzo Ortensi si erano subito concentrate sul mondo dello spaccio.

Gli indagati Gli investigatori avevano ascoltato più volte Ferronato e Besnik, ma anche molte altre persone che, pare, gravitassero in quell'appartamento. Sono stati sentiti anche gli altri inquilini delle case popolari di viale Astichello. Questi ultimi avrebbero detto che dall'abitazione al piano terra c'era un continuo via vai di persone sia di giorno che durante la notte. I residenti avevano inoltre sottolineato di sospettare da tempo che in quella casa si facesse uso di sostanze stupefacenti. La settimana successiva Ferronato e Besnik erano stati iscritti sul registro degli indagati dal pm Block.

Gli esami Il magistrato aveva subito incaricato di svolgere l'autopsia e il test tossicologico il medico legale, che si era preso sessanta giorni di tempo per stilare la propria relazione. I risultati sono stati consegnati alla procura nei giorni scorsi. L'esperto ha stabilito che la morte di Vanessa è stata provocata da un arresto cardiocircolatorio dovuto all'assunzione di sostanze stupefacenti. Ieri mattina l'avvocato Mario Trivellato, che assiste la madre della giovane, Selma Garcia, ha depositato una nuova istanza in procura per avere una copia delle risultanze dell'esame autoptico e dei test. Selma sapeva che la figlia aveva degli amici poco raccomandabili e le aveva detto più volte di non frequentarli. La giovane, che sui social aveva moltissimi followers, però, non le dava retta. «Era ribelle e non mi ascoltava - aveva detto la madre della giovane -. Voglio sapere la verità».

 

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Valentino Gonzato

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