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Vicenza

«Vaccino e green pass. L’ambiguità a destra ha alimentato i cretini»

Giampaolo Zanni, segretario vicentino della Cgil, dopo una domenica a girare tra una sede e l’altra del sindacato, conferma: «No, da Lega e Fratelli d’Italia non ho ricevuto alcuna chiamata». Ieri su Facebook Valerio Sorrentino, presidente del consiglio comunale e di Idea Vicenza, una vita politica passata tutta a destra, ha usato parole chiare e dure nei confronti dello schieramento di cui fa parte: «La destra dovrebbe prendere atto che quando si alimenta l’ignoranza con posizioni ambigue, come quelle sul vaccino, si crea sempre terreno fertile per i cretini». 
Ma mentre per tutta la giornata arrivano in batteria comunicati di solidarietà dopo i fattacci di Roma, l’assalto alla sede della Cgil, l’arresto dei vertici Forza Nuova, il resto del centrodestra tace. «Chiunque si comporti in quel modo è un deficiente. Tolleranza zero per chi si rende protagonista di atti violenti, per chi mette a rischio le forze dell’ordine, per chi entra in casa di altri, mi riferisco alla Cgil, devastando tutto», dice però interpellato sull’argomento il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Joe Formaggio. 
Anche da Giorgia Meloni arriva la condanna, ma alla leader di FdI sfugge la matrice della violenza. Non sfugge invece al segretario leghista Matteo Celebron: «La violenza è inaccettabile. C’è stata anche una sottovalutazione dei rischi per l’ordine pubblico che spero non si ripeta. La matrice? È legata a gruppi di estrema destra, come Forza Nuova, per i quali di certo non ho simpatia». Ma a chi imputa al partito di Meloni di non prendere abbastanza le distanze da queste forze replica in maniera secca il coordinatore di FdI Silvio Giovine: «Chi cerca di tirare in ballo FdI per questi episodi non merita nessuna risposta». «Noi non abbiamo nulla a che fare con quella gente lì, che va ghettizzata - aggiunge Formaggio - noi siamo una destra di governo». In quella piazza, oltre ai professionisti dello scontro, cioè ai nipotini del Duce, si è visto anche qualcosa di diverso: i no vax della porta accanto, quelli a cui una certa parte politica ha fatto l’occhiolino. «No, io non strizzo l’occhio proprio per niente a queste persone. Se i no-vax vogliono scendere in piazza pacificamente hanno la libertà di farlo. Ma non lisciamo il pelo a nessuno». Lui no, ma FdI è sembrata andare dritta verso quella direzione. «Detto che esprimo la mia totale solidarietà alla Cgil e alle forze dell’ordine, non è vero – replica Giovine – che abbiamo soffiato sul fuoco: noi abbiamo sostenuto la campagna vaccinale, diciamo solo che le persone vanno convinte con messaggi seri, non con obblighi, e che sul green pass ci sono dei punti da chiarire». Pure la Lega è stata accusata di ambiguità. Celebron dissente: «No, non abbiamo mai alimentato tensione sociale, i nostri amministratori sono tutti in prima linea contro il Covid». Tuttavia a livello nazionale la linea non è apparsa così chiara: «Non è così, la nostra linea sta negli atti di governo: abbiamo votato il green pass, ma se ci sono aspetti da correggere lo diciamo perché è normale e giusto che in un governo si discuta di come migliorare ciò che non funziona». Lega e FdI, dunque, non ci vedono nulla di male nei loro mille distinguo. Epperò c’è chi la pensa diversamente: «La destra in cui ho militato – dice Sorrentino – si distingueva per battaglie più nobili e coraggiose e non avrebbe avuto paura di un vaccino. Spero ancora che quella di oggi se ne renda conto presto ed occupandosi finalmente d’altro torni a governare». Ecco, in questo caso di ambiguità non c’è traccia. 

 

Roberta Labruna

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