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Il meteo nel Vicentino

Un assaggio d’estate, sole e temperature in aumento. Ma resta l'incubo siccità: fiumi e falda in crisi

La settimana consegnerà un assaggio d’estate con temperature elevate
La settimana consegnerà un assaggio d’estate con temperature elevate
La settimana consegnerà un assaggio d’estate con temperature elevate
La settimana consegnerà un assaggio d’estate con temperature elevate

Quaranta millimetri di pioggia in 4 giorni. Tanti ne sono stati registrati dal 5 all’8 maggio in città dalla stazione Arpav di Sant’Agostino. E se per chi patisce il cielo grigio potrebbe anche essere sufficiente così, la brutta notizia è che no, la quantità caduta non basta per tenere a bada la minaccia di una grave siccità. Anche perché il tempo per fare riserva volge al termine. Quello che si apre ora infatti «è un periodo di eventi localizzati, non di piogge estese - precisa Marco Rabito, meteorologo Ampro - in più le temperature in rialzo favoriscono la veloce evaporazione». 

Nell’ultimo rapporto Arpav, con aggiornamento a fine aprile, sono poche le parole di conforto. Da ottobre - mese di inizio dell’anno idrologico - «sono caduti sul Veneto mediamente 376 millimetri di precipitazioni», contro una media del periodo 1994-2021 di 613, praticamente il 39% in meno. «Trattasi - precisa il testo - del secondo valore più basso dal 1994-95, dopo il 2006-07 (con 349 millimetri) e quasi uguale al 2001-02 (378 millimetri)». Ma più della pioggia caduta, pesa quella che manca, dato che da ottobre è indicato un deficit pluviometrico di 237 millimetri. Per alleviare questa sete sarebbero ora necessari, «come dato medio sul Veneto, circa 350 millimetri, ossia circa tre volte la precipitazione media di maggio». Difficile arrivarci, dato che la prima decade è quasi andata e la settimana in corso si preannuncia soleggiata per effetto dell’anticiclone delle Azzorre. In sintesi valgono le parole Arpav: «Continua a permanere una situazione di scarsità della risorsa idrica». 

A Vicenza da ottobre a dicembre 2021, sono caduti 271,8 millimetri di pioggia (168,8 solo a novembre); a gennaio 16,2; a febbraio 43,4; a marzo 10,4; ad aprile 53,6 (contro una media di circa 100). E ora la quarantina di maggio. Precipitazioni che hanno dato una risposta alla sete superficiale dei terreni, ma insufficienti a evitare la sofferenza di corsi d’acqua e falda, considerato che in montagna è mancata la neve e dunque non c’è scorta. 
Guardando la falda, a «Dueville - continua il report - si registra un lieve incremento a fine mese, ma con valori inferiori rispetto al 2017 (però non si sono raggiunti i minimi storici che corrispondono ad aprile 2012 e all’autunno 2003, quando, in quest’ultimo caso, il pozzo è stato in secca per oltre due mesi); a Schiavon i livelli si stanno avvicinando a fondo pozzo (cosa avvenuta solo in primavera 2002 e in autunno 2003)». Domenica la stazione segnava 52,729 metri sul livello del mare; il 10 marzo erano 53.321. Rispettivamente per le stazioni di Dueville e di Schiavon si registrano una differenza tra i valori medi mensili e quelli attesi del 98 e del 99 per cento. 

I fiumi mostrano portate «decisamente inferiori alle medie storiche su tutti i principali corsi d’acqua e al minimo storico su Po, Brenta, Bacchiglione e Meduna». Sul Bacchiglione, a Montegalda, rispetto alla media storica mensile il deflusso è risultato inferiore del 75 per cento. 
«La pioggia - riassume Rabito - qualcosa ha fatto, soprattutto nel Basso vicentino, ma la siccità è drammatica e difficilmente si risolverà in estate». Difficile ora prevedere cosa accadrà, ma «alcuni modelli statistici su scala continentale possono darci un’indicazione. E per il momento la probabilità di un’estate più calda rispetto alla norma è elevata». Un assaggio di temperature «da fine maggio», si avrà intanto in questi giorni «con valori superiori ai 25 gradi», chiude Rabito.  

Alessia Zorzan

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