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Vicenza

Tredici No pass "antisistema" indagati dalla Digos

La Digos di Vicenza ha indagato 13 persone "antisistema", due delle quali per istigazione a delinquere e per minacce al presidente della Repubblica, al premier Draghi, a esponenti del mondo scientifico e a giornalisti responsabili o sostenitori dei provvedimenti contro il Covid.

Tre sono state le fasi di attività della Digos. La prima nello scorso luglio quando, dopo aver controllato varie piattaforme social e soprattutto Istagram, aveva indagato per manifestazioni non autorizzate 11 persone della provincia berica, gran parte delle quali insegnanti e sanitari che
appoggiavano le iniziative di protesta no vax e vicine alle posizioni dell’ex parlamentare M5S Sara Cunial.
Successivamente, l’attenzione si è spostata su Telegram e gli scritti postati da una 52enne vicentina, madre di tre figli e dipendente di una nota catena alimentare italiana, che incitava a bloccare i treni e altre azioni dello stesso tipo, senza dimenticarsi dei responsabili", Governo e medici, ai quali riservava minacce esplicite.

Sentita dai poliziotti la donna ha ammesso le sue responsabilità, mostrandosi basita per le accuse:
«Perché, - ha chiesto - non si può protestare?».

Infine, il 30 settembre scorso la Digos ha agito contro un 61enne, già condannato per reati simili, dopo aver monitorato il gruppo Telegram "Il coraggio del dubbio" che reindirizzava post a canali simili, come "Passeggiate per essere liberi". L’uomo, oltre all’eliminazione fisica dei "nemici", ha messo alla gogna anche la moglie e i suoi due figli chiamandoli "zombie, macchinette controllate in remoto, servetti obbedienti che eseguono qualsiasi ordine, Credevo di amarli ma mi sbagliavo".
Tra gli obiettivi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il premier Mario Draghi, il virologo Roberto Burioni, il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, il quale «negli anni Settanta - ha scritto - sarebbe già stato gambizzato 50 volte. E io avrei apprezzato, e con lui il 95% dei giornalisti». Il 61enne ha richiamato poi «le masse ad un’insurrezione generale, con un uso totale di ogni forma di forza. Chi segue questo canale e non è totalmente convinto della
necessità assoluta di una lotta con ogni mezzo - ha invitato "gentilmente" - è pregato a togliersi dal ...».
Nelle perquisizioni fatte dalla polizia non sarebbero state trovate armi. L’attività giudiziaria ora prosegue con l’analisi dei telefonini, dei vari device e dei PC sequestrati agli indagati.

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