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A Vicenza Ovest

Schianto mortale in A4: un 23enne sbalzato dall'abitacolo e travolto dalle altre auto. Gravemente ferita una ragazza

La vittima dell'incidente in A4, Pietro Cuozzo, 23 anni di Verona (foto Facebook)
La vittima dell'incidente in A4, Pietro Cuozzo, 23 anni di Verona (foto Facebook)
Lo schianto mortale in A4

È di un morto e un ferito gravissimo il bilancio dell’incidente avvenuto nella tarda serata di mercoledì 20 ottobre lungo l’autostrada A4, vicino allo svincolo di Vicenza Ovest, in direzione Venezia. Lo schianto ha interessato un Fiat Doblò su cui viaggiavano le due persone coinvolte: a perdere la vita un 23enne, Pietro Cuozzo, residente a Verona, gravemente ferita la 21enne (anche lei di Verona) che era con lui.

 

Il furgone rimasto coinvolto nell'incidente in A4, a Vicenza Ovest
Il furgone rimasto coinvolto nell'incidente in A4, a Vicenza Ovest

 

L’allarme al Suem e ai vigili del fuoco è scattato alle 22.10. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, il veicolo è finito contro il guardrail per cause ancora in via di accertamento da parte della polizia stradale di Padova, intervenuta con l’ausilio dei colleghi di Bassano del Grappa. Mentre la ragazza è stata preso in cura dai sanitari del Suem, che l'hanno stabilizzata e trasferita in codice rosso all’ospedale, per il 23enne non c'è stato nulla da fare. Il giovane, sbalzato fuori dall’abitacolo, è stato travolto dagli altri veicoli in transito lungo la A4.

 

L'intervento dei soccorsi in A4
L'intervento dei soccorsi in A4

 

Per liberare la giovane ferita, ricoverata in prognosi riservata al San Bortolo, è stato necessario l’intervento di una squadra dei vigili del fuoco che ha lavorato a lungo per tagliare le lamiere e metterla in salvo. L’incidente ha comportato la chiusura della carreggiata in direzione Est fino all'1 con disagi alla circolazione. Le operazioni di soccorso e i rilievi per accertare la dinamica della disgrazia hanno reso necessario l’obbligo di uscita al casello di Montecchio Maggiore. 

 

Alberto Alberti, titolare della ditta di termoidraulica per cui lavorava la vittima è sconcertato: «Pietro lavorava da noi da gennaio, sono sconvolto per quello che è successo, ma anche per il fatto che non so per quale ragione fosse sul nostro furgone, non era autorizzato ad usarlo fuori dall'orario di lavoro»

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