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Vicenza

Tormentata dai vicini di casa, famiglia svende l’appartamento

La famiglia con i due bimbi piccoli è stata costretta a vendere l’appartamento (Foto Archivio)
La famiglia con i due bimbi piccoli è stata costretta a vendere l’appartamento (Foto Archivio)
La famiglia con i due bimbi piccoli è stata costretta a vendere l’appartamento (Foto Archivio)
La famiglia con i due bimbi piccoli è stata costretta a vendere l’appartamento (Foto Archivio)

Dopo un anno di tormenti, avevano deciso di andarsene il più in fretta possibile da quella palazzina di Saviabona; per questo, avevano di fatto svenduto il loro appartamento pur di trasferirsi altrove. E avevano poi sporto denuncia, cosa che avevano deciso di non fare prima nel timore di nuove vendette. Ora, al termine delle indagini, i loro vicini dovranno andare a processo: la procura ha infatti citato a giudizio Giampiero Moro, 65 anni, e la moglie Giuseppina, 67. I coniugi dovranno presentarsi in aula nelle prossime settimane per rispondere di un’ipotesi di stalking ai danni di Matteo, 34 anni, e Maria Luce, 31, genitori di due bambini che oggi hanno 5 e 3 anni, i quali potranno costituirsi parti civile per sollecitare un risarcimento dei danni.

La palazzina. La giovane coppia aveva acquistato un appartamento della palazzina di Saviabona nel 2018; lei era incinta del secondo figlio, il primo aveva 2 anni. La famiglia aveva comprato per 160 mila euro un alloggio al primo piano; sotto di loro abitavano gli imputati. Mentre le altre persone residenti nel complesso avevano subito stretto amicizia con i nuovi vicini, entusiasti di avere una famiglia giovane, i due pensionati avrebbero messo subito le cose in chiaro: «Noi amiamo la quiete, vi preghiamo di non disturbarci». 

I pianti. Oggetto del contendere erano stati, nell’anno di convivenza, i rumori. In particolare, i pianti dei due fratellini, soprattutto di notte; e poi le sedie spostate, le palline che cadevano sul pavimento, le tapparelle alzate la domenica mattina presto. Secondo l’accusa, prima i Moro si sarebbero lamentati, chiedendo anche l’intervento dell’amministratore di condominio; poi sarebbero passati al contrattacco. 

I dispetti. Gli imputati sono accusati di avere tormentato, per un anno, i loro vicini. Come? Con rumori molesti, con immondizia lasciata sul pianerottolo, con l’auto posteggiata per impedire il passaggio agli altri; con offese e minacce sulle scale o sull’androne del palazzo; e con una serie di espressioni rivolte a parenti e amici dei neogenitori, in cui li definivano come persone maleducate, irrispettose, non in grado di educare i figli. E, poiché l’amministratore aveva chiesto loro di portare pazienza, vista la presenza del neonato in casa, avrebbero tacciato Maria Luce di fare gli occhi troppo dolci all’amministratore stesso, perché la proteggesse. La famiglia, esasperata, ha venduto l’appartamento prima che ha potuto, cedendolo a 128 mila euro pur di andarsene di lì, ed acquistandone uno nuovo in un altro quartiere della città. Ora i due pensionati avranno la possibilità di spiegare le loro ragioni. 

 

Diego Neri

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