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La campagna nell'Ulss 8

Terza dose: 18 mila prenotati. Il siero c'è ma manca personale

Terza dose. Le percentuali restano ancora basse. Le adesioni sono alte ma la caccia al posto per chi vorrebbe prenotare spesso resta infruttuosa. Si vorrebbe correre per fare la dose booster che rinforza la carica degli anticorpi, ma si deve procedere forzatamente al rilento. L'impatto sulle prenotazioni on line è notevole. Vaccini Pfizer a mRna ce ne sono in abbondanza nei freezer. Si va però al rallentatore con i numeri perché il personale è quello che è, per far quadrare vaccinazioni e attività ordinaria si fanno già i salti mortali, e non si possono chiedere ulteriori miracoli. Il tema della terza dose indispensabile per ricostituire la corazza protettiva resta prepotentemente d'attualità con la quarta ondata sempre più alle porte, destinata a colpire pesantemente i non vaccinati ma con pericolose ricadute anche per chi è stato vaccinato e si ritrova sotto la soglia di sicurezza, senza più una risposta immunitaria soddisfacente. Il siero anti-Covid inizia, infatti, a svuotarsi di efficacia a 6 mesi dalla conclusione del ciclo primario. Si abbassano le difese contro il contagio, mentre la copertura è ancora buona per evitare l'ospedalizzazione e la conseguenza più drammatica del ricovero in terapia intensiva.

I pro-vax, che si sono affrettati a fare le prime due dosi nei tempi giusti, rischiano anche loro di ammalarsi, magari in forma meno violenta, in una situazione in cui i no-vax rimangono ancora tanti - nell'Ulss Berica sono oltre 53 mila, il 12% della popolazione vaccinabile - e, quindi, non solo spingono in avanti la circolazione del virus ma innescano nuove varianti. Per questo c'è la corsa alla terza dose, mentre è ormai prossima l'ammissione al booster della fascia 40-60 anni. I numeri rimangono ancora relativi. I vaccinati con il richiamo addizionale sono in questo momento 20.221, il 5,4% dei vicentini dell'Uss 8 che hanno il green pass con la certificazione delle due dosi già all'attivo, anche se questa percentuale supera quella complessiva del Veneto ferma al 4,9%. Crescono, però, le prenotazioni. I prenotati, attualmente, sono quasi 18 mila, il 10,1% dei vaccinati a ciclo completo. A premere sono soprattutto i sessantenni. Già circa 7.200 i prenotati, vale a dire il 17,7% dei 53.488 vicentini di questo range di età che si sono sottoposti alle due dosi. Bussano alle prenotazioni pure i settantenni. In agenda ce ne sono 4.150. Ma le adesioni potrebbero essere molte di più, al di là dei 6 mesi dalla seconda dose da dover aspettare, se i posti messi a disposizione ogni giorno dall'Azienda Berica non dovessero fare i conti realisticamente con l'organizzazione operativa che l'Ulss può mettere in campo per far fronte alla domanda in una fase in cui si devono comunque continuare a fare, ed anzi incentivare, le prime due dosi per quanti nei mesi scorsi non si fossero presentati ai centri vaccinali.

«Abbiamo esteso il calendario a tutto il mese di dicembre e ogni giorno attiviamo nuovi slot negli hub di Torri e di Montecchio che si occupano nel giro di poche ore - dice il direttore sanitario Salvatore Barra». Anzi l'Ulss - spiega il ds - ha fatto di più: «I centri resteranno aperti tutto il giorno anche sabato e domenica. Facciamo riunioni giornaliere con il Sisp per riuscire a dare più posti che possiamo. Anche le sedute in ospedale per gli operatori sanitari sono sempre piene. Di più però non si può perché, a differenza delle prime tre ondate, i reparti ordinari sono rimasti in attività. Non ci sono chiusure perché dobbiamo recuperare prestazioni». 

Franco Pepe

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