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Vicenza

Tav, il Consiglio comunale si compatta: «No allo scavalco a Settecà»

Dibattito in aula sul tratto est dell’alta velocità: in piazza dei Signori la protesta dei comitati. Maggioranza e opposizione concordi nel chiedere a Rfi una soluzione meno impattante.

Le premesse non erano ottimali, sia per il tema - Tav - capace di infiammare i tavoli; sia per le prime parole usate dal sindaco Francesco Rucco introducendo il dibattito in consiglio comunale sullo sviluppo a est della linea, chiesto sia dal primo cittadino, sia dalle minoranze: «Ho ritenuto doveroso richiedere un dibattito come sindaco perché le strumentalizzazioni politiche legate alla campagna elettorale stanno dando un messaggio sbagliato ai cittadini. In maniera irresponsabile qualcuno si è fatto portatore di cose non accadute. Se il clima è questo nell’affrontare la zona est partiamo malissimo». Dopo oltre due ore di dibattito però, con toni anche accesi, attacchi e rimpalli di responsabilità, il parlamentino si è compattato per dire un “no” secco allo scavalco ferroviario a Settecà o comunque in città. Intanto in piazza dei Signori andava in scena la manifestazione di rappresentanti dei comitati No Tav, conclusasi senza tensioni. 

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No allo scavalco a Settecà

In aula l’occasione per allinearsi è arrivata con l’ordine del giorno presentato dai capigruppo di maggioranza, Gioia Baggio (Idea Vicenza), Roberto Cattaneo (Forza Italia), Roberto D’Amore (FdI) e Matteo Reginato (Lega), approvato all’unanimità dai presenti, escluso Giovanni Rolando (Pd) che ha non ha partecipato al voto («Non lo trovo convincente»). 
Nel documento si esprime «contrarietà alla collocazione sul territorio del comune di Vicenza dell’infrastruttura denominata “salto del montone”, in un ambito urbanizzato e con il coinvolgimento di molteplici edifici e proprietà private» e si impegnano sindaco e giunta a «esprimere la contrarietà del Comune di Vicenza in ogni sede» e a ricercare «la migliore soluzione, unitamente ai Comuni contermini, per la realizzazione dell’opera, necessaria al completamento della linea ferroviaria Av/Ac tra Vicenza e Padova».

Il dibattito in aula

Voto unanime, si diceva, ma con puntualizzazioni. La prima è di Ennio Tosetto (Vinova): «Chiedo che il Consiglio sia informato sul lavoro fatto. Non è una delega in bianco al sindaco». Poi l’affondo: «Di Rucco non mi fido». Con replica immediata: «Io non mi fidavo di lei assessore e ne avevo ben donde». Favorevole anche Leonardo Nicolai (Coalizione civica) «perché siamo tutti contrari al salto del montone ma anche per evitare lo scontro tra parti». Sulla stessa linea Isabella Sala (Pd): «Voto favorevole, ma non perché il sindaco faccia da solo. Noi non strumentalizziamo». Approvato all’unanimità anche il secondo ordine del giorno, delle minoranze, che impegna l’amministrazione «ad aprire un tavolo con i Comuni interessati dal terzo lotto», trovare «una soluzione meno impattante possibile al “salto del montone”, valutando il passaggio sotterraneo della linea Av/Ac sulla linea storica», ma anche a «concordare con Rfi una soluzione alternativa all’uso promiscuo dei binari della Treviso-Schio per i regionali in uscita dalla stazione». Stralciato, per non rompere il fronte unitario, il punto in cui si chiedeva di decidere sul passaggio a livello di Anconetta
A firma delle minoranze anche la terza proposta approvata (contrari D’Amore e Pellizzari di FdI) sulla promozione di sistemi di informazione per i cittadini

La fermata "Vicenza Stanga" e la questione "terzo binario"

Il dibattito ha visto anche altre proposte, più o meno nuove. Tra queste la raccomandazione, delle minoranze, di valutare con Rfi «la realizzazione della fermata per il servizio ferroviario regionale “Vicenza Stanga”». Entrata nel dibattito, con l’impegno del sindaco di portare all’attenzione di Rfi, la questione del terzo binario, sollevata da Alessandra Lolli, Patrizia Barbieri e Andrea Berengo del Gruppo misto. Un progetto studiato con l’ing. Alberto Baccega e presentata in conferenza con Claudio Cicero. L’ex assessore alla mobilità sostiene che si tratti di un’ipotesi percorribile non solo per la parte est, ma anche per l’attraversamento di Vicenza. L’aggiunta di un solo binario alla linea storica, secondo Cicero, consentirebbe di evitare espropri e demolizioni o almeno di ridurli al minimo. «Non sarebbe necessario nemmeno abbattere il cavalcavia di Ferreto de Ferreti». 

Galleria e trincea

Non sono mancati poi alcuni “ritorni”. Il Pd ha chiesto di valutare costi-benefici del passaggio in galleria della stazione da Ponte Alto fino a Settecà o «qualsiasi proposta alternativa per limitare, se non annullare, gli impatti di quanto ipotizzato ad ovest». Rucco ha chiesto a Rfi di valutare l’ipotesi in trincea oltre il nodo Camisano.

Alessia Zorzan

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