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Vicenza

Tav, per le case espropriate 1.800 euro al metro quadro

Sarà apportato un incremento del 10% per via dello sgombero accelerato richiesto ai proprietari

“Tabella 1 Demolizioni”. Niente sentimentalismi, tutti gli abbattimenti previsti per realizzare la linea dell’alta velocità/alta capacità in città sono riassunti in una tabella fatta di codici e numeri. Un impatto condizionato dal contesto, come precisato nella “relazione giustificativa espropri” allegata al progetto definito del secondo lotto funzionale “Attraversamento Vicenza”. Il tracciato, si legge, «si sviluppa in prossimità della linea storica e della stazione centrale di Vicenza, attraversando aree fortemente urbanizzate oppure aree agricole di grande pregio, quindi di elevato valore». 

La lista demolizioni

Nella lista delle demolizioni, solo per la parte vicentina, si contano così 105 voci, per una superficie totale da abbattere di 62.316 metri quadri (cui vanno aggiunti quattro edifici ad Altavilla, per altri 718 metri quadri). Quasi tre volte quella stimata in fase preliminare, dove ci si “fermava” a 24.740 metri quadri. In città si tratta, più nel dettaglio, di 11 edifici di carattere residenziale e 7 condomini, oltre a box, garage, tettoie, uffici, magazzini e depositi vari. Si è già detto, inoltre, del Bocciodromo, ma anche del Palakiss o della stazione Svt. 

I quartieri interessati

Tra i quartieri più interessati c’è San Lazzaro, dove nel passaggio dal progetto preliminare a quello definitivo si passa da una quindicina di abbattimenti previsti (tra condomini, garage e tettoie) a più di venti, con l’inserimento nella lista delle interferenze di cinque condomini in più. Il che significa decine di unità abitative. All’origine della decisione di abbattere c’è sempre l’eccessiva vicinanza al muro della linea ferroviaria. Nella relazione degli espropri, Rfi prova a chiarire il perché non sarebbe conveniente tentare di limitare gli abbattimenti. In primis sarebbero necessarie «modifiche piuttosto complesse dei progetti dei muri di mitigazione», successivamente servirebbero «lavori strutturali su edifici datati» e quindi ritenuti «rischiosi». In ogni caso, secondo i tecnici, «limitare le demolizioni degli edifici comporterebbe una chiara penalizzazione degli abitanti che subirebbero un disagio durante i lavori per lo più notturni e deprezzamento finale dei loro beni (perdita box e riduzione spazi, vicinanza eccessiva della nuova ferrovia) con conseguente richiesta di risarcimento parziale per il danno subito».

Gli indennizzi

A dare forza alla procedura c’è la dichiarazione di pubblica utilità dell’infrastruttura, ma è previsto un indennizzo per chi vedrà sparire i propri immobili. L’analisi realizzata da Rfi e Iricav2 ha portato alla quantificazione del valore degli edifici e per il capoluogo si parla di 1.850 euro al metro quadro per i fabbricati residenziali, 800 euro per box e garage, mille euro per i siti produttivi e 2 mila per quelli commerciali. «Per la determinazione del più probabile valore di mercato dei fabbricati - si precisa nel documento - si è fatto riferimento ai dati indicati dall’Osservatorio dei Valori Immobiliari, edito dall’Agenzia delle Entrate, nonché ai dati di offerta indicati ed aggiornati in tempo reale sul sito Immobiliare.it. Dei due valori così individuati è stata effettuata la media aritmetica». Ai valori così emersi è stato poi «apportato un incremento del 10 per cento, onde tener conto degli oneri per sgombero accelerato, che inevitabilmente la ditta proprietaria dovrà sopportare, onde rendere compatibili i tempi della cantierizzazione con quelli necessari per trovare una prima sistemazione degli inquilini trasferiti». 

Le aree edificabili

Per quanto riguarda invece le aree edificabili si parla di 250 euro al metro quadro per le aree residenziali, 120 per quelle produttive e quelle turistiche e 50 per le standard. Per Altavilla invece per i fabbricati residenziali il valore indicato è di 1.750 euro al metro quadro e mille per i siti produttivi, mentre per le aree edificabili residenziali si parla di 200 euro al metro quadro; 100 per quelle produttive e turistiche e 50 per quelle standard. 
I fabbricati destinati alla demolizione, si legge sempre nella relazione, «sono stati oggetto di indagine sopralluogo, al fine di accertarne la loro destinazione d’uso e il loro grado di vetustà, valutata con l’applicazione di un apposito coefficiente». Esame che ha portato a una categorizzazione che conta, nell’ambito dei 105 abbattimenti vicentini, 16 unità con una vetustà di livello “buono”, ossia il migliore della scala; 70 di livello “normale” e 19 di livello “pessimo”. Ad Altavilla, tre voci sono di categoria “normale”, e una in “pessimo”. 

Alessia Zorzan

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