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Vicenza

Tav, per gli espropriati servono duecento case entro 18 mesi

Comune di Vicenza e Iricav hanno incontrato i proprietari delle abitazioni che verranno demolite. Serviranno circa 200 appartamenti e si teme l’esplosione di una bolla speculativa
Alcune case lungo il percorso della Tav saranno abbattute
Alcune case lungo il percorso della Tav saranno abbattute
Alcune case lungo il percorso della Tav saranno abbattute
Alcune case lungo il percorso della Tav saranno abbattute

Alla fine il primo confronto con i cittadini coinvolti dal piano abbattimenti della Tav è arrivato. E anche le prime indicazioni temporali, con una prospettiva di circa un anno e mezzo per lasciare le abitazioni inserite nell’elenco delle interferenze.

Si dovrà lasciare casa tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024

Salvo stravolgimenti, infatti, tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 i vicentini coinvolti nel procedimento degli abbattimenti inizieranno a cambiare indirizzo. In sostanza, una volta conclusa la finestra per presentare le osservazioni, l’11 ottobre, «scatteranno altri 60 giorni - riassume il sindaco Francesco Rucco - poi il commissario si prenderà il tempo per firmare il decreto di pubblica utilità, se sarà definitivo. Dopo la firma inizierà l’invio delle raccomandate ai soggetti interessati dall’esproprio per iniziare gli incontri personali».

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Sopralluoghi per valutare il valore delle abitazioni

Previsti a quel punto sopralluoghi immobile per immobile per calcolare l’effettivo indennizzo valutato sulla base del valore di mercato e le condizioni dell’abitazione, e infine la firma dell’accordo. All’atto di vendita preliminare i cittadini otterranno l’80 per cento del valore concordato, al rogito il rimanente 20.

«Indicativamente - conferma Rucco - i primi cittadini dovranno uscire tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 e poi si proseguirà a scaglioni, seguendo il ritmo della cantierizzazione». Ma è difficile immaginare grandi differenze temporali, dato che gli abbattimenti per quanto riguarda il lotto Av/Ac dell’“Attraversamento Vicenza” sono abbastanza concentrati nel territorio.

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Il timore di bolle speculative

Il che significa che si aprirà probabilmente una “caccia alle case”, con il rischio - è il timore diffuso - che ne derivi una bolla speculativa, con un aumento generale dei prezzi di mercato. Circa duecento le abitazioni che si stima serviranno per dare un’alternativa a quelli che dovranno lasciare la casa. 

L'assemblea dei cittadini espropriati

L’occasione per fare il punto è arrivata ieri pomeriggio, 22 settembre, durante un’assemblea - rigorosamente a porte chiuse - promossa dall’amministrazione comunale con i tecnici di Ircav Due e aperta solo alle persone interessate dal piano espropri, alle quali nei giorni scorsi è stata recapitata una lettera di invito datata 14 settembre e firmata dal primo cittadino. Quasi duecento le persone presenti e quel che si riesce a ricostruire lo si deve a chi è disponibile a parlare all’uscita. 

Le testimonianze degli espropriati

«Abito in via Boccherini da due anni - spiega un signore - e abbiamo saputo dell’abbattimento qualche settimana fa da una nostra vicina». Racconta: «Ci hanno detto che dovrebbe arrivare una raccomandata nei prossimi mesi, poi ci saranno sopralluogo, contrattazione e infine l’uscita. Avremo circa un anno per trovare una nuova casa».

«Io ho un terreno - aggiunge una signora - e tutto sommato mi va bene rispetto ad altre situazioni. Penso a chi ha un mutuo, per loro non sarà facile». «Sono già in tensione - racconta un’anziana - ma è proprio necessario toglierci la casa?». «Una mia amica è andata da Iricav Due e le hanno detto che faremo ancora due Natali nelle nostre case, questo e il 2023. Poi dovremo andarcene. Ma con i prezzi del mercato di oggi cosa possiamo trovare?». 

Il sindaco Rucco pensa a misure contro le bolle speculative

Lo spettro della bolla preoccupa anche il sindaco, che pensa a contromisure. Anche se controllare un mercato immobiliare appare complesso. «Il 28 settembre - precisa - al tavolo con le categorie economiche chiederò che tutti vigilino e ci diano una mano ad evitare la bolla speculativa. La città deve rispondere tutta, anche la parte economica e sociale. Quindi sì alla Tav, ma attenzione alle conseguenze. Faremo un’attività di assistenza, vedremo in che forma, e cercheremo di trovare accordi per sostenere le persone che hanno bisogno, anche se la procedura non è in capo al Comune. Tra le ipotesi anche intese con notai e agenzie immobiliari «per valutare la possibilità di convenzioni, in modo che gli espropriati possano avere prezzi agevolati».

E intanto c’è chi si sta già muovendo, intravvedendo un mercato: fuori dalla sede dell’assemblea, ieri, c’era già chi distribuiva biglietti da visita per offrire assistenza nelle trattative.

Alessia Zorzan

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