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L’agguato di Nanto

Stacchio e Zancan
chiedono i danni
«In beneficenza»

Graziano Stacchio indica sul muro i segni della sparatoria
Graziano Stacchio indica sul muro i segni della sparatoria
Stacchio e Zancan in tribunale. VIDEO BERNARDINI

In quel tragico 3 febbraio hanno schivato le pallottole che volavano impazzite fuori dalla gioielleria di Ponte di Nanto. Ora Robertino Zancan e Graziano Stacchio sono pronti a passare al contrattacco. Legale, s’intende. Oggi i loro avvocati Marco Dal Ben e Lino Roetta presenteranno la costituzione di parte civile nel procedimento a carico di Oriano Derlesi, giostraio veneziano di 52 anni accusato di aver fatto parte del commando che assaltò il negozio. Si tratta di un passaggio che permetterà loro di chiedere un risarcimento per i danni subiti in seguito alla tentata rapina. La richiesta dovrebbe ammontare complessivamente a 300 mila euro, da suddividere tra il benzinaio e l’orafo bersagli degli spari dei banditi e la ditta Luxò srl, che gestiva il punto vendita preso di mira dai rapinatori (e chiuso da allora). Una somma che, hanno fatto sapere gli interessati, verrebbe poi destinata a uno speciale fondo per le vittime della criminalità. In particolare per sostenere le spese legali di chi, come Stacchio, finisce indagato per eccesso colposo di legittima difesa.

RICHIESTA SIMBOLICA. Va detto che la richiesta di Zancan e Stacchio difficilmente porterà a un effettivo risarcimento, anche in casa di condanna dei banditi. Due di questi infatti sono ancora ignoti; Derlesi, sospettato dalla procura e dai carabinieri di essere «l’uomo col kalashnikov» (mentre lui respinge ogni accusa), viveva in un campo nomadi di Pianiga. La sua situazione patrimoniale non è nota, ma appare improbabile che possa risarcire da solo le parti civili con 300 mila euro, ammesso che venga rinviato a giudizio e che le accuse mosse nei suoi confronti vengano provate in tribunale. La presenza del benzinaio e del gioielliere nell’eventuale processo avrebbe comunque un valore simbolico e politico. Soprattutto in un momento storico in cui la legittima difesa è un tema oggetto di dibattito dentro e fuori dal Parlamento.

L’UDIENZA. Oggi in tribunale a Vicenza, davanti al giudice Roberto Venditti, verrà celebrata l’udienza preliminare nei confronti di Derlesi, assistito dagli avvocati Emanuele Fragasso e Riccardo Benvegnù. Il giudice dovrà esprimesi sul rinvio a giudizio dell’imputato. Il giostraio è accusato di tentata rapina a mano armata e di tentato omicidio. Secondo la ricostruzione dei carabinieri del nucleo investigativo di Vicenza e del Ris di Parma a Ponte di Nanto furono sparati 13 colpi; nove da parte dei banditi, con pistole e kalashnikov, quattro uscirono invece dalla carabina Mauser di Stacchio. I rapinatori (almeno due) spararono ad altezza d’uomo, il benzinaio mirò alle gambe. Per la morte di Albano Cassol formalmente il gestore della pompa non è ancora stato prosciolto dall’accusa di eccesso colposo di legittima difesa; la procura ha depositato la richiesta di archiviazione, alla quale la famiglia di Cassol ha 20 giorni di tempo per opporsi. Ipotesi che finora il legale dei famigliari, l’avv. Francesco Murgia, ha sempre negato. Sarà il giudice a decidere se le indagini su Stacchio siano da archiviare.

Paolo Mutterle

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