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Il virus e la montagna

Sport sulla neve, sì alle discipline olimpiche: no (per ora) alle ciaspolate

Sci nordico, ciaspole, trekking, ramponi. In uno degli anni più nevosi, la montagna è off-limits. O no? Ni. Cerchiamo di fare chiarezza su quello che si può fare o no sulla neve in zona arancione. Per riuscirci, abbiamo cercato di andare alla fonte e cioè al ministero dell'Interno, grazie al supporto del sottosegretario Achille Variati. La premessa è che si tratta di un'interpretazione per analogia di quanto contenuto nel decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 14 gennaio. Un'interpretazione che, però, potrebbe essere stroncata da divieti specifici.

«Dobbiamo partire dal dpcm - il ragionamento di Variato -. In zona arancione si può uscire dai confini municipali per svolgere un'attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili nel proprio comune. È stato anche chiarito che gli impianti di risalita per lo sci alpino sono bloccati fino al 15 febbraio. A questo punto le domande sono: cosa significa questo? Mi posso spostare dal mio comune? Se, per esempio, gioco a tennis e nel mio comune non c'è un impianto o una società sportiva, posso andare nel comune che mette a disposizione un impianto per il tennis». Dopo la citazione alle faq del governo, Variati ricorda l'altra possibilità ammessa dal governo con certezza e cioè quella di uscire dai confini del proprio comune durante l'attività fisica, ma solo in funzione dell'allenamento: «Se sono in bici, posso uscire dal mio comune? Sì, ma solo per fare un circuito e allo stesso modo se faccio una corsa, per esempio seguendo l'argine di un fiume».

Quindi, ferma restano la regola riservata a chi vive nei comuni al di sotto dei 5 mila abitanti che possono spostarsi in un raggio di 30 chilometri, il ragionamento riparte prendendo a esempio lo sci nordico: «Lo sci di fondo è sospeso? No, quindi per questa disciplina, seguendo la logica e per un'interpretazione analogica della norma verrebbe da dire che effettivamente se abito in un comune dove non c'è la neve e non ci sono piste da fondo, posso spostarmi nel comune più vicino al mio che disponga di questi impianti. Se, invece, per esempio abito a Gallio non posso decidere». Lo stesso ragionamento si può applicare alle altre discipline sportive praticabili in montagna che, salvo sconvolgimenti, sono quelle riconosciute dal Coni. Ci sono lo sci nordico, l'alpinismo, lo sci-alpinismo e la corsa in montagna ma non ci sono il trekking, la camminata e le ciaspolate.

C'è un "però", perché molte prefetture tra cui Vicenza hanno interpellato il Viminale per chiedere un chiarimento definitivo: «È in corso un approfondimento nel gabinetto del ministero dell'interno, con il dipartimento della presidenza del consiglio dei ministri. La logica che sta dietro il dpcm, infatti, è sempre quella di evitare gli assembramenti senza dimenticare che siamo in una zona a rischio medio-alto di contagio e quindi tutto ciò che può produrre assembramenti di persone viene il più possibile vietato. Per esempio, se tutti i vicentini andassero ad Asiago, anche solo lo spostamento può produrre assembramenti. Perciò e in riferimento a specifiche realtà è in corso una verifica che dovrebbe concludersi a breve per valutare se il principio del non assembramento prevalga sulla norma che di per sé consentirebbe lo spostamento». Variati conclude con un appello: «Siamo ancora in zona arancione, abbiamo fatto tanti sacrifici cerchiamo di agire con calma». 

 

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Karl Zilliken

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