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La storia

«Sono senza le gambe dopo l’incidente in A4. Aspetto ancora le protesi»

Florin Tanase con la sorella con cui abita
Florin Tanase con la sorella con cui abita
Florin Tanase con la sorella con cui abita
Florin Tanase con la sorella con cui abita

Florin Tanese, cittadino romeno, ha 61 anni e sino al 7 ottobre dello scorso anno era un camionista che alla guida dei tir aveva toccato più o meno ogni angolo dell’Europa. Poi, appunto, la mattina del 7 ottobre scorso, due giorni dopo avere firmato il contratto con una compagnia romena (che a sua volta aveva poi “girato” l’autista a una società italiana) succede che a Florin la vita cambia, per sempre. «Stavo viaggiando lungo l’A4 tra Vicenza ovest e Vicenza est - riannoda i ricordi il camionista - a un certo punto ho visto uscire fumo dalla parte posteriore del mio camion. Ho quindi accostato e sono sceso per capire cosa stesse accadendo». Su quello che succederà da quel momento in poi è ancora in corso un’inchiesta della procura, coordinata dal pubblico ministero Alessia La Placa, ma che nei prossimi mesi passerà di mano a un altro sostituto procuratore. 

Sta di fatto che Florin cerca di sbloccare il sistema frenante del tir che però prende a muoversi. Il rischio è che il mezzo, senza controllo, finisca in mezzo alle corsie dell’autostrada, in uno dei punti più trafficati del percorso. Sono infatti da poco passate le undici del mattino. Se succedesse sarebbe un disastro. «Allora è stato un momento - spiega Tanase - una reazione istintiva; non potevo far succedere una strage e ho cercato di risalire in cabina». Ma il camion era ancora in movimento e il conducente non riesce riprendere il volante. Scivola e cade. Il rimorchio gli sale sopra «per fortuna sulle gambe - ripete Florin, che sorride, forse per continuare a esorcizzare qualcosa di immutabile - perché altrimenti sarei morto».

Il camionista rimane sull’asfalto per dei minuti che nella sua mente restano interminabili. Poi viene trasportato in codice rosso al San Bortolo. Uscirà oltre due mesi dopo, il 21 dicembre 2021, senza entrambe le gambe. E senza un posto dove andare. Alla fine lo ospita la sorella, a Torino, dove riabbraccia anche la figlia adolescente.

Viene ascoltato dai poliziotti della stradale. Viene aperto un fascicolo d’indagine e indagata Mirella Masieri, la legale rappresentate della ditta “Grt” , società in provincia di Milano per cui Tanase aveva preso servizio anche se formalmente risultava assunto dalla cooperativa romena “Bravi Autisti”. «Sono cose, passaggi, che fanno per risparmiare - spiega il camionista - ma a me non interessa. Non interessa più nulla. Io voglio solo tornare a vivere con dignità. Da quando sono uscito dall’ospedale non ho più visto né sentito nessuno. Vivo praticamente di niente, grazie all’ospitalità di mia sorella. Non voglio certo fare chissà cosa, ma almeno avere due protesti con le quali potermi muovere e non rimanere chiuso in casa, su una sedia, ventiquattro ore su ventiquattro».

Tanase è seguito dagli avvocati Michele Grigenti e Alberto Righi che nel frattempo, oltre a supportarlo dal punto di vista penale (il 61enne risulta parte offesa nell’inchiesta aperta dalla procura per lesioni gravi) stanno cercando di fargli ottenere un sussidio di invalidità dall’Inail di Monza-Brianza che ha istruito una pratica ispettiva sulla vicenda. «Sono ancora vivo - ripete sempre con il sorriso sulle labbra Florin - datemi la possibilità di tornare a essere una persona. Chiedo di poter avere due protesi e magari una residenza in Italia che non ho mai ottenuto perché la mia casa, per anni, è sempre stata la cabina del camion».

 

Matteo Bernardini

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