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Vicenza

Si chiude un'epoca al bar Minerva tra Dc, tramezzini e Tognazzi

di Laura Pilastro
La famiglia Baldinato: Massimo raccoglierà l'eredità del padre Giorgio e dei suoi fratelli (COLORFOTO)
La famiglia Baldinato: Massimo raccoglierà l'eredità del padre Giorgio e dei suoi fratelli (COLORFOTO)
La famiglia Baldinato: Massimo raccoglierà l'eredità del padre Giorgio e dei suoi fratelli (COLORFOTO)
La famiglia Baldinato: Massimo raccoglierà l'eredità del padre Giorgio e dei suoi fratelli (COLORFOTO)

Lì dove il tempo si è fermato, il futuro bussa prepotente. "Lì" è il bar Minerva, storico locale di contra' Santa Corona 11 che in questi giorni vive l'ultimo miglio della sua prima e gloriosa esistenza per prepararsi a cambiare pelle. Guai a chiamarla chiusura. Dal primo gennaio, il bar «si prende una pausa per rifarsi il trucco», come recita il cartello appeso all'ingresso. Un passaggio che promette un nuovo inizio e che è inevitabile apra la valvola dei ricordi per i clienti affezionati o per chi anche solo una volta si è affacciato al bancone dei fratelli Baldinato.

 

Il viaggio di Gaetano, Giorgio e Alvise - 84, 77 e 69 anni - sta infatti per concludersi dopo 53 anni trascorsi in quel crocevia di vite e storie che è stato ed è il Minerva, tra caffè, spritz, tramezzini e «leggendari» toscani con prosciutto crudo. Per lunghi anni, la boiserie scura, le sedute bordeaux, i manifesti pubblicitari - tutto o quasi rimasto come alla fine degli anni Sessanta - hanno scandito le giornate di generazioni di professionisti, avvocati, magistrati, giornalisti, politici, funzionari di banca, turisti e tanti altri clienti che hanno fatto tappa in quell'angolo di centro storico un tempo vivacissimo per la presenza del tribunale, prima del suo trasferimento a borgo Berga.

Non un salto nel vuoto: il passaggio del testimone è una faccenda "domestica". Il bar sarà rilevato da Massimo Baldinato, figlio di Giorgio - già membro del gabinetto dell'ex vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani e ora dirigente di una multinazionale del settore aerospaziale a Bruxelles - che ha deciso di dare continuità alla tradizione di famiglia: «Il bar Minerva è stato il cuore di Vicenza e questo cuore continuerà a battere. Si tratterà di una sorta di "maquillage" che rispetterà tutto ciò che di bello c'è qui dentro, a partire dall'atmosfera. Voglio rimanga un luogo che fa stare bene le persone», spiega il 50enne vicentino, mentre con il padre sfoglia l'album delle fotografie collezionate in oltre mezzo secolo di attività. Immagini intrecciate a un diluvio di aneddoti che raccontano la città, le sue trasformazioni e i suoi personaggi. Tra i quali l'ex sindaco Antonio Corazzin: «"Il signor sindaco" - puntualizza Giorgio Baldinato - per me era un amico e un vero signore; iniziava le sue giornate qui, ci mettevamo a parlare della città dietro la macchina del caffè. La Democrazia Cristiana convocava le sue riunioni informali nel piano interrato del locale. I ricordi di quegli anni bellissimi sono infiniti, questa era una zona molto viva, c'era il palazzo di giustizia, la banca Cattolica del Veneto, l'ufficio della imposte e molti studi di avvocati. Ugo Tognazzi ai tempi delle riprese de Il commissario Pepe qui passava le ore a giocare a flipper. Preparammo il servizio di catering in occasione della visita in città di Giulio Andreotti. Il vescovo Pietro Nonis passava sempre a salutarci, per non parlare di quella volta che invitai nel bar Carlo Calenda, appena uscito da un incontro ai chiostri di Santa Corona, dicendogli che c'era una telefonata per lui».

La visita di Andreotti in città
La visita di Andreotti in città

 

Non sono mancate le avversità: «Ci sono stati momenti difficilissimi, io e i miei fratelli ci siamo messi in testa di resistere a tutti i costi e ora siamo qui. Non si è mai pronti al passaggio di consegne, mi mancheranno molto i miei clienti». «Il Minerva può ancora avere un futuro luminoso come lo è stato il suo passato - riprende il figlio - perché ha ancora qualcosa da dire. Continuerò a fare il dirigente di impresa, la gestione sarà affidata a personale qualificato, con gli immancabili suggerimenti di mio padre e dei miei zii. La storia d'amore tra loro e Vicenza continua. Riapriremo tra settembre e ottobre. Non potranno mancare i toscani al prosciutto, la cui fama ha raggiunto Bruxelles».

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