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La storia

Si barrica in casa e si nega alla Digos: «Sono apolide». Scatta la denuncia

L'insegnante vicentino, che circolava anche con targa dell'auto falsa, alla fine si è arreso.
Il 44enne apolide è stato denunciato anche per resistenza ai poliziotti della questura
Il 44enne apolide è stato denunciato anche per resistenza ai poliziotti della questura
Il 44enne apolide è stato denunciato anche per resistenza ai poliziotti della questura
Il 44enne apolide è stato denunciato anche per resistenza ai poliziotti della questura

Sostiene di non avere alcuna cittadinanza e di non riconoscere lo Stato italiano. Per ribadire il concetto, Marco Andrighetto, di 44 anni, residente a Costabissara, si è pure fabbricato delle targhe di colore giallo che ha apposto sulla propria auto, una Mitsubishi Colt, sulla quale ha scritto: “Apolide 123”. Una circostanza che non poteva passare inosservata, soprattutto perché quel veicolo percorreva quasi ogni giorno lo stesso tragitto fino a Limena in provincia di Padova, dove il vicentino lavora come insegnante di musica.

E così, martedì mattina (ma la notizia è trapelata soltanto ieri), su delega della procura patavina, i detective della Digos di Vicenza si sono presentati a casa di Andrighetto per perquisirla. Lui si è però barricato dentro per più di un’ora. Alla fine, oltre alla denuncia per aver circolato con una targa falsa, che di recente è diventato un reato penale, il sedicente apolide dovrà rispondere pure di resistenza a pubblico ufficiale.

La storia di “Apolide 123”

Tutto era cominciato lo scorso 7 febbraio, quando Andrighetto era stato fermato dagli agenti della polizia locale di Limena che non avevano creduto ai propri occhi quando avevano avvistato la Colt con quella targa. Avevano pensato a uno scherzo, ma si erano subito resi conto che l’automobilista faceva sul serio. Si era pure rifiutato di firmare il verbale e aveva fatto scrivere che non riconosce le forze dell’ordine. Per di più, nei giorni successivi, l’insegnante di musica avrebbe inviato una diffida preventiva agli agenti della municipale di Limena, ai quali preannunciava che li avrebbe denunciati per atti persecutori ai suoi danni perché gli avevano fatto perdere tempo. Stando così le cose, il comando della polizia locale aveva informato la Digos della questura di Padova. Quest’ultima aveva a sua volta segnalato il caso alla procura e il magistrato titolare del fascicolo aveva ordinato di perquisire l’abitazione del vicentino.

Barricato in casa per evitare la perquisizione

Martedì mattina, i detective hanno quindi suonato al campanello, ma Andrighetto non ha voluto sentire ragioni. Si è chiuso dentro la propria abitazione dicendo che non avrebbe mai aperto la porta ai poliziotti di uno Stato che non riconosce e ha cominciato a registrare un audio con il telefonino, che è poi stato diffuso su alcuni canali social. Nel frattempo il vicentino ha però contattato più volte il 112 dei carabinieri per segnalare quello che stava avvenendo, come se il discorso fatto per gli agenti della questura non valesse per i militari. Dopo circa un’ora e mezza di stallo, poco prima che i vigili del fuoco chiamati dalla Digos sfondassero la porta, l’insegnate di musica si è deciso a fare entrare le forze dell’ordine. A quel punto, gli investigatori hanno perlustrato l’abitazione e le sue pertinenze sequestrando tre targhe e un passaporto, anche quello fasullo e senza alcuna validità, sul quale il vicentino aveva specificato di non appartenere ad alcuno Stato. 

Il protagonista 44enne è finito in questura

Il sedicente apolide avrebbe poi fatto storie anche per andare in questura. Alla fine, ha però dovuto cedere pure su questo punto per evitare guai peggiori con la legge. Una volta negli uffici di viale Mazzini, ha comunque continuato a mantenere un atteggiamento tutt’altro che collaborativo. Anche per questo è scattata la denuncia per resistenza a pubblico ufficiale.  Per quest’ultimo reato Andrighetto è stato segnalato alla procura vicentina. Il procedimento per circolazione con targa falsa è invece di competenza dei pm padovani.

Auto sotto sequestro

Per giunta pare che il mezzo non fosse neppure assicurato. Un doppio problema per gli altri automobilisti, in caso di incidente con la Colt. Fortunatamente quell’auto non è più in circolazione, perché finita sotto sequestro. 

 

Valentino Gonzato

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