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La Bacheca del lavoro

Sempre soli, e puntuali, al primo colloquio

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L'importanza della stretta di mano, all'inizio di un colloquio
L'importanza della stretta di mano, all'inizio di un colloquio
L'importanza della stretta di mano, all'inizio di un colloquio
L'importanza della stretta di mano, all'inizio di un colloquio

Dovrebbe essere scontato ma non lo è: ad un colloquio di lavoro è bene presentarsi in anticipo e senza accompagnatori. Arrivare davanti a un responsabile con la mamma o il papà non è consigliato. Anzi, rischia di essere la causa di un "no", così come un ritardo, seppur lieve, a meno che non sia adeguatamente giustificabile.

In ogni caso, è bene cercare di rilassarsi, perché essere arrivati alla fase del colloquio è un passo avanti rispetto alla valutazione del curriculum. L'azienda, dopo aver valutato competenze e qualità messe nero su bianco, ora vuole conoscere di persona e "testare" il candidato.

 

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I colloqui di lavoro non sono mai identici, ma possono variare in base all'azienda e alle attitudini del candidato. Ma tutti i colloqui ricalcano uno schema che potrebbe essere utile conoscere.

Tutto parte da una stretta di mano che deve essere decisa seguendo la frase "la virtù sta nel mezzo". Non troppo forte, non troppo "molle". Non ci sono regole precise su come porsi, ma è bene fare di tutto per non innervosirsi andando nel panico, rimanere il più possibile composti e con una postura corretta.

Consigliabile non "sdraiarsi" sulla sedia, tenere le braccia incrociate o le mani nelle tasche. Vietato, o quasi, gesticolare in maniera eccessiva, giocherellare con i capelli, gli accessori che si indossano o con penne e matite.

È buona regola guardare negli occhi l'interlocutore e, nel caso in cui sia più d'uno, cercare di sostenere tutti gli sguardi a turno. I reclutatori di risorse umane sono pienamente consapevoli del fatto che il momento del colloquio, per i candidati, possa essere una grande fonte di stress.

 

Sul come poi possa essere condotto, una prima domanda, molto spesso, invita il candidato a raccontarsi. Quindi potrebbe essere un buon consiglio quello di preparare una presentazione di qualche minuto che riesca a spiegare la propria carriera, le varie posizioni ricoperte, i periodi e percorsi formativi ma anche le origini, gli interessi e le skills.

Ci potrebbero essere domande sulle qualità, i punti deboli, i traguardi raggiunti durante il proprio percorso lavorativo e sulle motivazioni che dovrebbero spingere l'azienda a scegliere proprio quel candidato. Prepararsi delle risposte a questi quesiti rappresenta un'ancora di salvezza.

Poi ci potrebbero essere domande relative all'azienda e resta un ottimo consiglio quello di documentarsi il più possibile sulla realtà di cui si potrebbe far parte.

Sempre meglio evitare, durante il primo colloquio, domande sulla paga, a meno che non sia lo stesso selezionatore a introdurre l'argomento.

 

Se tutto questo non basta c'è anche l'attesa: le parole d'ordine sono relax e concentrazione. Spegnere lo smartphone è un'idea per focalizzarsi sull'obiettivo.

Durate l'attesa di chi condurrà il colloquio, poi, è bene cercare di carpire il più possibile tutti i dettagli dell'azienda per farsi un'idea anche dei potenziali nuovi colleghi. In sala d'attesa ci sono riviste? È preferibile sfogliare quelle del settore aziendale, anche se magari rischiano di essere più noiose rispetto a quelle di gossip. 

Karl Zilliken

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