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Vicenza

Venetisti ed evasione fiscale, chiesti 60 anni

Una protesta dei venetisti davanti al tribunale durante una delle udienze
Una protesta dei venetisti davanti al tribunale durante una delle udienze
Una protesta dei venetisti davanti al tribunale durante una delle udienze
Una protesta dei venetisti davanti al tribunale durante una delle udienze

«Qui si processano i fatti, non le idee». Lo ha chiarito in maniera palese ieri mattina il pubblico ministero Hans Roderich Blattner durante la requisitoria contro un nutrito gruppo di venetisti, ricordando anche la «mistificazione pubblicitaria» che è stata fatta sui social non solo del dibattimento, ma anche della figura del pubblico ministero nel corso di un dibattimento comunque teso, dentro e fuori l’aula, perché gli imputati e gli attivisti del Comitato nazionale di liberazione del Veneto non riconoscono lo Stato italiano. Per dire, qualche settimana fa la Digos aveva multato una trentina di manifestanti perché non indossavano la mascherina. Per i fatti di cui parlava, il pm ha sollecitato 60 anni di reclusione per 26 dei 29 imputati. Per la procura molti imputati sono colpevoli di associazione a delinquere (sono due distinte) finalizzata alla violazione di una legge del 1947, un decreto del Capo dello Stato: l’istigazione rivolta ai contribuenti a «ritardare, sospendere e non effettuare il pagamento delle imposte». Il pm, inoltre, contesta ad alcuni imputati la diffamazione, per una pubblicazione sul profilo Facebook del Comitato di accuse contro la guardia di finanza, filmata durante un controllo, condendo il video con espressioni ingiuriose nei confronti dei militari intervenuti. Gli avv. Michele Vettore e Paolo Spagnolo, parti civili per le tre presunte vittime, hanno chiesto 15 mila euro di risarcimento per ciascuna. 
 

 

Diego Neri

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