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Vicenza

Scuole, 700 iscritti in più. E sui bus si resta seduti

L’obiettivo è far stare tutti seduti, riducendo al minimo i viaggi in piedi. Con lo spirito di privilegiare la sicurezza e la tranquillità a bordo, il tavolo che studia gli scenari vicentini del trasporto scolastico sta lavorando in vista del 13 settembre, quando suonerà la campanella del nuovo anno. Oltre alle varianti, che tengono tutti con il fiato sospeso per capire che direzione prenderà la pandemia, entrano in gioco le variabili, che costringono a un super-lavoro il tavolo presieduto dal prefetto Pietro Signoriello. Una squadra che ha già lavorato gomito a gomito per la ripartenza della scuola lo scorso inverno e che è composto ovviamente dalla Società vicentina trasporti guidata da Simone Vicentini, ma anche da Provincia, ente di governo, uffici scolastici regionale e provinciale e dai comuni del Vicentino che ospitano gli istituti superiori. Il tavolo si è riunito ieri in un incontro che è durato poco più di un’ora per aggiornare quanto era già stato costruito nelle scorse settimane. 

L’incognita principale è la capienza massima consentita sui mezzi pubblici. In zona bianca si parla dell’80%, ma a che punto sarà il Veneto a settembre? Si tratta di una variabile fondamentale se si conta quanto ha pesato la limitazione al 50 per cento per tutta l’ultima parte dello scorso anno scolastico. E, poi, interverranno governo e Cts per imporre nuove regole? Saranno più o meno restrittive? Nessuno lo può dire perché per il momento non c’è alcuna certezza sulla piega che prenderanno contagi, campagna di immunizzazione e le relative misure di sicurezza. Per far fronte a tutte queste incognite, sono stati elaborati tre scenari che potranno permettere, con eventuali piccole variazioni, di intervenire in breve tempo in ogni evenienza. 

Il primo scenario è quello del viaggio con una capienza pari all’80 per cento. «Dall’analisi effettuata dall’ufficio scolastico territoriale - spiega il prefetto Signoriello - è emerso che, rispetto allo scorso anno, ci sono 700 studenti in più con un incremento delle nuove iscrizioni spalmate sui 38 istituti della provincia. La stima di pendolarismo si aggira tra il 60 e il 65 per cento anche se si tratta di classi prime e non è quindi possibile fare un monitoraggio sullo storico. Percorrendo questa ipotesi, ci sarebbe bisogno di 114 corse in più e potremmo disporle senza problemi, visto che l’accordo dello scorso anno che ne prevedeva ben di più». C’è però una seconda ipotesi che «accarezziamo con particolare interesse», ammette il prefetto. «Abbiamo cercato di capire - spiega - qual è la percentuale di persone che può viaggiare seduta su un mezzo del trasporto pubblico extraurbano. Se ragionassimo su una capienza del 74 o 75 per cento (e non dell’80, ndr) sarebbero tutti seduti con massimo 4 o 5 persone in piedi e nemmeno per l’intera tratta. È un’ipotesi valida dal punto di vista della sicurezza sanitaria e della sensazione di sicurezza sui mezzi. Per questo obiettivo, servirebbero tutte le 264 corse aggiuntive messe in campo l’anno scorso». 

La terza ipotesi contempla una percentuale di studenti in didattica a distanza. Posto che la volontà e gli sforzi vanno nella direzione di eliminare questa modalità per quanto possibile, è ovvio che il trasporto pubblico potrebbe trarne un piccolo-grande beneficio: «La volontà precipua del tavolo - conclude Signoriello - è quella di portare tutti a scuola senza dad, anche in considerazione della momentanea assenza di indirizzi nazionali sul tema. Se per caso si dovessero proporre delle piccole percentuali di dad, anche entro il 5 per cento, potremmo garantire mantenendo ferme le 264 corse una capienza del 70 per cento. Non avremmo solo tutti gli studenti seduti ma si profilerebbe anche qualche posto vuoto. Sono scenari facilmente attivabili grazie alla contrattualistica che è stata predisposta lo scorso anno da Svt e che consentirebbe rinnovi rapidissimi dei contratti che erano stati sottoscritti. In ogni caso, sarebbero confermati gli steward». 

 

Karl Zilliken

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