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Scuola

Dal Covid all’influenza: i virus svuotano le classi, la didattica è a rischio

Si moltiplicano in questi giorni le assenze tra studenti e docenti negli istituti vicentini
Mascherine: alcuni insegnanti preferiscono indossarle in classe ARCHIVIO
Mascherine: alcuni insegnanti preferiscono indossarle in classe ARCHIVIO
Mascherine: alcuni insegnanti preferiscono indossarle in classe ARCHIVIO
Mascherine: alcuni insegnanti preferiscono indossarle in classe ARCHIVIO

Il Covid si traveste da influenza. Il crescendo di assenze che in questi giorni si registra nelle scuole non è più facilmente leggibile come invece accadeva un anno fa. Le giustificazioni scritte sui libretti e presentate dai ragazzi che tornano in classe dopo essere rimasti a casa qualche giorno parlano nella maggior parte dei casi di malesseri stagionali, mal di gola, virus intestinali. «Ufficialmente la motivazione dell’assenza è “sindrome influenzale” dietro la quale spesso si nasconde una positività - spiega Maria Chiara Porretti, dirigente del comprensivo 10 di via Colombo - in ogni caso se non c’è una comunicazione esplicita da parte della famiglia non siamo in grado di appurare se realmente gli alunni non vengono a scuola perché influenzati o positivi al Covid. Quello che è certo è che attualmente le assenze sono parecchie e non solo tra gli alunni. All’ultimo consiglio di classe straordinario su undici insegnanti ne erano presenti soltanto sei, gli altri non si sono presentati per motivi di salute». 

Situazione che mette a rischio la didattica

«A volte dobbiamo dividere le classi - afferma Porretti - perché non sempre riusciamo a fare le sostituzioni e garantire la copertura». Tra i banchi è un’altalena di assenze. «La settimana scorsa due classi della media erano praticamente dimezzate, in questo momento invece soltanto una è in autosorveglianza con l’obbligo per gli alunni di indossare la mascherina Ffp2 per dieci giorni», fa sapere la dirigente del comprensivo 10 dove i banchi sono rimasti distanziati, le finestre si aprono ad ogni cambio dell’ora e molti insegnanti per precauzione fanno lezione con la mascherina sul volto. Sotto controllo la situazione Covid al comprensivo 1 di contra’ Burci, mentre a farsi sentire sono i malanni stagionali. «L’influenza si è ripresa lo spazio che ha sempre avuto in questo periodo - spiega la dirigente Paola Pizzeghello - negli ultimi due anni le mascherine l’avevano ridimensionata, ma ora che tutte le norme di prevenzione sono decadute è normale che torni ad alzare la testa considerati gli sbalzi termici di questo periodo». Quanto al Covid sono 26 finora i casi registrati dall’inizio dell’anno scolastico al comprensivo 1, con una concentrazione che inizialmente era maggiore alla scuola media, ma che ora si sta spostando sulla primaria. 

Uso della mascherina

Tra il personale docente e gli Ata qualcuno tiene la mascherina, ma si tratta di decisioni autonome visto che le regole sono un ricordo. «Non possiamo imporre nulla - aggiunge Pizzeghello - e un eventuale piano B, ovvero il ripristino di tutte le misure di prevenzione nel caso si impennassero i contagi, deve esserci comunicato dalla autorità competenti». Le dita ovviamente restano incrociate anche se in questi giorni le assenze si stanno moltiplicando. All’istituto tecnico Rossi i banchi vuoti sono aumentati e i docenti positivi al Covid circa una decina. «Gli insegnanti rimangono a casa più tempo, qualcuno impiega anche due settimane per riprendersi - fa sapere Andrea Sgroi, referente Covid dell’istituto di via Legione Gallieno - gli studenti invece se la cavano prima, hanno la febbre per un paio di giorni e in una settimana riescono a tornare in classe camuffando il contagio con altri malanni».

Insegnanti malati, banchi vuoti

Quattro assenti tra i docenti per Covid e cinque o sei banchi vuoti per classe è il bilancio attuale al liceo scientifico Quadri. «I ragazzi si limitano a restare a casa se stanno male», spiega il vicepreside Diego Peron, ricordando che anche la Dad è defunta. «Semplicemente non possiamo più attuarla» dice il vicepreside dello scientifico di via Carducci dove il “visitone” si svolge a distanza per evitare assembramenti, mentre il collegio docenti è tornato in presenza così come i colloqui settimanali con gli insegnanti sui quali non tutti la pensano allo stesso modo. 
«Se si svolgessero a distanza - conclude Peron - si inquinerebbe di meno, i genitori perderebbero meno tempo, specie abitando fuori città e l’ambiente ringrazierebbe». Sos assenze al Fogazzaro ma questa volta sul fronte insegnanti. «Le immissioni in ruolo sui posti accantonati fanno sì che i supplenti spariscano da un giorno all’altro - lamenta la dirigente Maria Rosa Puleo - a fine novembre quarantotto ore di lettere e diritto sono ancora scoperte». 

 

Anna Madron

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