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Vicenza

Scuola a casa
Gli studenti
sono triplicati

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Con l’emergenza sanitaria sta aumentando il numero di famiglie orientate a una didattica a distanza o alternativa
Con l’emergenza sanitaria sta aumentando il numero di famiglie orientate a una didattica a distanza o alternativa
Con l’emergenza sanitaria sta aumentando il numero di famiglie orientate a una didattica a distanza o alternativa
Con l’emergenza sanitaria sta aumentando il numero di famiglie orientate a una didattica a distanza o alternativa

La cameretta (o la cucina) come classe. La sala da pranzo come mensa. Il giardino di casa come cortile. E al posto della campanella, la voce di mamma e papà che scandisce il tempo dello studio, del gioco, della ricreazione. Dalla didattica a distanza imposta dal coronavirus all’istruzione casalinga liberamente scelta dalle famiglie nel giro di pochi mesi. Un salto educativo che, nel Vicentino, hanno compiuto decine di genitori.

 

Secondo la fondatrice di “EduAcademy” Simonetta Pamela Cavalli infatti, nel pieno dell’emergenza «sono triplicati i numeri di chi ha deciso di ritirare i figli da scuola». Solo ad una delle chat Whatsapp dell’"Home schooling Vicenza", sono un centinaio i partecipanti. «Nel gruppo delle mie bambine, che sono in prima e quarta elementare e non hanno mai frequentato un istituto scolastico, ci sono una quarantina di allievi» racconta Simonetta. Una tendenza dettata da dubbi e paure, tra rischio di contagio e caos mascherine, ma anche dalla consapevolezza che, «senza contatto fisico, non c’è vera socializzazione» scandisce Cavalli. Dunque tanto meglio istruire i bimbi nelle loro abitazioni o in realtà in mezzo alla natura. Nuovi modelli di insegnamento che in città e provincia sono spuntati già da qualche anno, ma a cui la crisi sanitaria da Covid-19 ha dato una spinta vigorosa. 

 

LA LEGGE. Scegliere di non mandare i figli a scuola e dunque di istruirli personalmente è legale. Si possono perciò ritirare i bambini dagli istituti, ma è necessario inviare comunicazione scritta alla direzione didattica, ogni anno per l’anno successivo, e la scuola pubblica può fare dei controlli. L’educazione parentale può coprire tutti gli anni dell’obbligo scolastico, arrivando fino all’università, ma ogni anno si può scegliere di rientrare nel sistema scolastico tradizionale, dunque in classe. Dal giugno del 2018, la legge prevede che alunni e studenti che si avvalgono dell’istruzione parentale “sostengono annualmente l’esame di idoneità per il passaggio alla classe successiva come candidati esterni in una scuola statale o paritaria”, per tutta la durata dell’obbligo di istruzione. 

Giulia Armeni

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